A casa, s’è rotta una stampante A3.
Mio marito ha dovuto fare
un bel po’ di telefonate per ottenere l’appuntamento
con l’Asìa per il prelievo dell’oggetto in questione.
Alla fine, venerdì 16
giugno, di sera, come da accordi, l’abbiamo portata in strada, nel suo scatolo,
con attaccati due bei foglioni indicanti il numero
fornitoci dalla stessa Asìa.
Sabato 17, la stampante
stava ancora lì e così domenica 18, lunedì 19 e così via.
Mio marito ha richiamato
l’Asìa, evidenziato il problema, scritto due reclami.
Abbiamo riscritto e
riattaccato un foglione col numero, poiché,
nel frattempo, i precedenti erano scomparsi.
Dopo che anche il terzo s’è
volatilizzato, abbiamo scritto il numero direttamente
sulla scatola con un pennarello.
La stampante, magari
spostata, chissà da chi, ora un po’ più a destra ora un po’ a sinistra, ha
continuato a rimanere per strada.
E lì si trova ancora,
oggi, sabato 1 luglio.
Alcuni l’hanno adottata
come nuovo spazio su cui deporre spazzatura d’ogni tipo.
I più, ormai, non se ne
accorgono nemmeno.
Come se, in fondo,
facesse parte dell’arredo urbano.
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