Un viaggio
di poco più di 4 ore, con un ritardo di 2 ore e mezza, causa incendi sulla linea ferroviaria.
Cominciato
in una Napoli surreale, con il Vesuvio in fiamme che evoca tragedie passate e
future, punteggiato, quando c’è campo, da immagini fb dei roghi siciliani e dal
dolore di alcuni amici napoletani per gli Astroni anch’essi in fiamme, e concluso
in una Reggio Calabria, dove l’aria è acre di fumi dell’una e dell’altra parte
dello Stretto.
Un tempo –
contrasto stridente – occupato a leggere Le
otto montagne di Paolo Cognetti sulla bellezza sacra del rapporto
persone-natura.
L’Italia del
Sud brucia per il clima torrido che distrugge non solo l’agricoltura e
viene bruciato, nel suo verde e anche nelle suoi simboli, secondo un disegno che
non capisco, ma che certo criminale è.
Senza, al
momento, una risposta, che sembri minimamente adeguata.
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