Non so è un
ricordo vero o un’invenzione della mia memoria.
Nella mia
mente il termine dialettale si spantana –
letteralmente si allarga, esce dai
margini – si lega al termine cuore:
mi si spantana il cuore. Il che potrebbe succedere anche per l’eccesso di
dolore, ma, nel mio ricordo, è legato solo alla gioia che trabocca.
L’espressione
mi è tornata in mente al MaRC.
Dove il
cuore batte per il più piccolo reperto, si riempie di gioia per i pinakes e si spantana per due anfore: che
non sono né più belle, né più grandi, né più qualunque cosa di altre, ma hanno
un particolare: sono state rinvenute a poca distanza da dove sono nata e da
dove sono cresciuta.
Parlano di
un’antica capacità di creare bellezza che, nonostante il troppo non bello che l’ultimo
mezzo secolo ha stratificato, continua ad affiorare qui e là.
Un filo
sottile di speranza. Solido e dolce come un pugno di mandorle ‘nturrate
regalate con amore.
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