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Josephine Condemi ha presentato Sangue giusto di Francesca Melandri |
Quando,
insieme a Giuseppe Laganà, ho pensato di proporre Sangue giusto per il Pellaro
libri inverno 2018, ipotizzavo che un testo così bello e interessante potesse
favorire una riflessione su temi importanti dell’Italia di oggi e di un recente
avantieri.
Non
immaginavo che ci potesse essere un filo sottile tra il quartiere più a sud di
Reggio e l’Africa colonia italiana e che tanti ricordi, messi tra parentesi,
potessero chiaramente riemergere.
Ha
cominciato, in sala, Aldo Pellegrino parlando dell’esperienza in Etiopia del
fratello che cercava condizioni economiche migliori e si venne a trovare in una
situazione non solo economicamente poco brillante ma anche psicologicamente
pesante: “perché la nostra famiglia, non erano fascisti, erano cattolici dentro”
e quello che vedevano andava contro i loro principi.
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Giuseppe Laganà |
Poi
sono arrivate altre testimonianze.
C’è
chi ha ricordato il padre, carabiniere, che aveva scelto l’Africa sperando di
non dover così partecipare ad una guerra che temeva imminente e si è ritrovato,
per cinque anni, prigioniero degli inglesi, un po’ in India, un po’ in Scozia,
tornando segnato da una sottile depressione che ciclicamente si è poi
ripresentata nel tempo.
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Eva Nicolò, dirigente scolastica IC Cassiodoro-Don Bosco |
E
chi ha ricordato un parente che, in Etiopia, ha lasciato un figlio. I suoi,
successivi, figli legittimi, ne hanno conosciuto l’esistenza (il primo di loro
non portò il nome del nonno, che era stato dato al bambino mulatto), ma niente
di più.
La
Storia, insomma, non ha confini. E le vicende di qualsiasi piccola periferia
possono intrecciarsi con fatti che avvengono e /o sono decisi molto lontano.
Foto di Nino Ferrara