lunedì 27 maggio 2019

Nisida: Lavori in corso per #200infinito





Piove sul Parco letterario di Nisida. 
Piove sulle panchine, sulle steli, sulle canne di bambù, sugli olivi e sui mirti. 
Piove sulle piante aromatiche e sui papaveri. 
Piove sui nostri ombrelli e sul cellulare che riprende le immagini di questa passeggiata. 
La giornata uggiosa di questo strano maggio sarebbe più adatta ad omaggiare D’Annunzio per la sua Pioggia nel Pineto.  

Meno male che l’oro delle ginestre – le ginestre di Leopardi – illumina i sentieri, inondando le narici di un sapore di miele. Camminiamo, sotto la pioggia, in un profumo che avrebbe potuto raccontare solo Lui. Non dubito che, se nella sua permanenza a Napoli, avesse visitato Nisida, le avrebbe dedicato qualche verso immortale.


Ci prepariamo, così, a partecipare, domani, all’iniziativa del Miur #200infinito 


28/5/2019
Per chi volesse vedere il nostro contributo:

https://youtu.be/-D48eM8SZHQ






giovedì 23 maggio 2019

Un voto per l'Europa





Il voto per il Parlamento Europeo del 26 maggio è di tale straordinaria importanza che sarebbe stato auspicabile, in questi mesi, un appassionato dibattito. Che (fatta salva l’appassionata campagna di Carlo Calenda e qualche discorso trascinante di Matteo Renzi e poco altro, per esempio gli interventi di Irene Tinagli) non ho visto.

In pullman, per strada, al supermercato non ho sentito pressoché nessuno, in queste settimane, parlare del voto e pochissimo anche in più ristretti ambienti di lavoro e/o di conoscenti: non è un bel segnale.


Eppure siamo ad una svolta epocale. Io non ho dubbi. Bisogna stare dalla parte di chi sa che l’Europa è la casa del nostro presente e l’orizzonte del nostro futuro. Che nella nostra differenziata e comune tradizione, nella nostra variegata e unitaria cultura, continuano a stare i germi della civiltà che ci può fare protagonisti più umani della storia dell’umanità.

Ps: Dopo le elezioni, farò qualche considerazione sulle liste del Sud

martedì 14 maggio 2019

Frammenti d'un anno scolastico: Il nostro voto per lo Strega Giovani






«Allo Zelda, Gero ci era arrivato con Nisida, la terza cuoca dell’hotel. La prima, Lisa, era stata assunta a ottant’anni ed era morta di vecchiaia; la seconda, Annette, era stata licenziata perché spiava nelle carte di Valentino, aveva un alito che sapeva di torba e metteva il cognac dappertutto. Nisida Bonvino era una giovane vedova di città. Era arrivata sull’isola dopo che il marito era morto e il figlio partito per mare, e faceva su e giù con la terraferma perché aveva un padre malato ed era l’unica capace di occuparsene, o almeno così le dicevano i suoi fratelli.
Gero allora lavorava un po’ come manovale al porto e un po’ come operaio nelle cave di rame che erano sulla punta orientale dell’isola. Aveva visto spesso Nisida salire e scendere dal traghetto, e le aveva lanciato occhiate intense che lei aveva ricambiato più per goffaggine che per interesse. Un giorno l’aveva avvicinata. C’era un gran vento sul molo, i pollini gialli svolazzavano dappertutto e Nisida, che era allergica, continuava a tirare su col naso. Gero si era offerto di portarle la valigia in cima alla salita, poi giù lungo il sentiero e poi su per le scale, fino in camera, dove la cuoca qualche ora dopo si sarebbe addormentata senza pensare a suo padre, a suo marito e nemmeno a suo figlio. All’alba, Nisida era scivolata via dal letto, si era vestita facendosi il segno della croce ed era scesa al molo a scegliere il pesce dai pescatori che a quel tempo passavano ogni giorno anche da lì. Nessuno di loro l’aveva mai vista arrivare così presto. “Piangi?” le aveva chiesto uno più giovane degli altri. “Sono i pollini” aveva risposto lei soffiando forte nel fazzoletto, anche se il vento era calato e i pollini non c’erano più. Alle prime luci del giorno Gero l’aveva sentita muoversi nella stanza, ma aveva fatto finta di niente per non essere costretto ad alzarsi insieme a lei.»

Eleonora Marangoni, foto dal web
 In Lux di Eleonora Marangoni c’è un personaggio minore, la terza cuoca di un hotel situato in un’isola imprecisata, una giovane vedova che si chiama Nisida, come qualche personaggio di Cervantes o di Dumas che ha firmato la descrizione di una ragazza bella come una celestiale apparizione: Nisida (…) era (…) il più bel fiore dell’isola da cui aveva preso il nome.

È stata la sorpresa più inattesa per la giuria di Nisida, una trentina tra ragazzi e ragazze, chiamati a scegliere tra i dodici libri candidati dello Strega giovani: un’esperienza, per noi, non semplice ma entusiasmante che abbiamo vissuto lo scorso anno e replicato in questi mesi.

Un particolare apprezzato soprattutto dalle ragazze e che ha fatto decisamente pendere il voto della giuria di Nisida a favore di questo romanzo d’esordio pieno di grazia e di segreta energia.