“Il peggio doveva ancora venire, lo sapeva. Già sentiva un
mondo di guai ad attenderlo dietro la porta che si preparava a varcare, ma allo
stesso tempo il peggio che avrebbe potuto succedere se lo era già lasciato alle
spalle: la cosa che avrebbe potuto fare e non aveva fatto, e con cui avrebbe
dovuto convivere per il resto della sua vita. (…) Mentre percorreva la strada
in salita verso la porta di casa sua con la ragazza a piedi nudi e le scarpe
nella scatola, la sua paura pesava di gran lunga più di qualsiasi altra cosa
provasse al momento, ma nel suo stupido cuore non solo sperava ma aveva il
diritto di credere che ce l’avrebbero fatta.”
Piccole cose da nulla di
Claire Keegan, tradotto da Elena Pareschi e edito da Einaudi, è un piccolo (136
pagine) e bellissimo libro. Una scrittura intensa, senza alcun sentimentalismo,
commovente; priva di fronzoli, avvolgente. Ed è il libro più genuinamente cristiano che si possa leggere in questo
Natale 2022.
Nell’Irlanda di metà anni Ottanta del Novecento, in piena
recessione economica, Bill Furlong vive vendendo “carbone, torba, antracite,
carbonella e legna.” È sposato, un matrimonio sereno, e ha cinque figlie: una
famiglia semplice, in cui si condivide, insieme ad un modesto e dignitoso
tenore di vita, un affetto sincero. È figlio, Bill, di una giovanissima ragazza
madre che, scacciata dalla famiglia, è stata mantenuta in servizio dalla signora
Wilson, che è stata prodiga con lui di attenzioni e accudimento. È un uomo
semplice, abituato ad accettare e adattarsi alle situazioni, eppure non smette
mai di interrogarsi sul senso profondo della vita. E, quando scopre che cosa
veramente accade dietro le mura del convento – uno delle tante Case Magdalene:
una delle vergogne assolute del cattolicesimo con le suore che hanno
schiavizzato migliaia di ragazze “immorali” – non sopporta l’ipocrisia di
chiudere gli occhi e andare tranquillamente alla messa di mezzanotte. E fa una
scelta che potrebbe costargli, e costare alla sua famiglia, molto caramente: e
che non è certo la scelta che farebbe la moglie, più attenta a difendere solo l’interesse
della famiglia, ma è l’unica che, insieme alla paura, gli dà speranza, e,
quindi, la forza di guardare al futuro.