venerdì 30 aprile 2021

Il rimpianto finale

 


Attributi. Aggettivi che, uniti a un nome, ne indicano

una caratteristica o una qualità.

Apposizioni. Sostantivi che hanno funzione

determinativa e attributiva del nome.

 

Alla fine della vita, rimpiangeremo più la mancanza

di alcuni attributi – intelligente; bravo/a; buono/a –

o l’assenza di talune apposizioni – fratello/sorella

figlio/figlia; moglie/marito; nonno/nonna - ?

 

giovedì 29 aprile 2021

Domande sul nostro futuro

 

Immagine dal Web

Che Draghi sia Presidente del Consiglio (oltre al fatto che Mattarella è il Presidente della Repubblica) è una benedizione per l’Italia. Personalmente ne ringrazio, nell’ordine, Dio, Mattarella e Renzi. E, naturalmente, Draghi stesso, che s’è assunto un compito epocale, con tutto il fascino ma anche l’estrema difficoltà che comporta: fare dell’Italia un paese vivo, che respiri futuro.

Nello stesso tempo è il segno di una crisi (una inesistenza?) della politica che va avanti da troppi anni.

I partiti avevano avuto una grandissima occasione di rinnovarsi all’epoca del governo Monti: non l’hanno fatto e lo sfacelo è continuato imperterrito e aggravato.

Non l’onestà, l’intelligenza e la voglia di futuro – non la visione, competente e al servizio del paese – ma gli interessi di parte, quando non la corruzione, e, soprattutto, la stupidità (e la stupidità è peggio della delinquenza: il delinquente può prendere una strada migliore più facilmente di chi, stupido, si considera intelligente) sembrano consustanziali a buona parte dei nostri politici.

Riuscirà la politica – di fronte all’occasione storica di rinnovare il Paese attuando il PNRR – a fare il salto di qualità che questo comporta? Riuscirà la nostra amministrazione a far lavorare i migliori, quelli che hanno competenze ed energie e voglia di spendersi? Riuscirà la nostra comunicazione a non perdersi nella stupidità e avviare il paese ad un dibattito che affronti il nucleo dei problemi?

martedì 27 aprile 2021

Il Recovery di Mario Draghi e la primavera dell'Italia

 

Immagine dal Web

Ogni volta che Mario Draghi parla, mi sento meglio. Mi torna la fiducia che un Paese – i cui tratti di vecchiaia, di stupidità e di corruzione sembrano in troppi momenti prevalere tanto da temerne la fine – possa ritrovare il meglio di se stesso e tornare, come pure è, giovane, ingegnoso, giusto: ma di più di quanto sia stato. Un nuovo Rinascimento, un nuovo Risorgimento.

In un mondo ideale, mi aspetterei di leggere e ascoltare, oggi – di contro a tutti quelli che sono pronti a mettere i bastoni fra le ruote, assumendosi così una responsabilità storica nei confronti del Paese – parole che esprimano lo slancio ideale, a rimboccarsi le maniche: perché ora, a differenza di appena pochi mesi fa, il futuro è possibile: ed è un buon futuro.

 

Immagine dal Web


Col Recovery di Mario Draghi – se realizzato – l’Italia si avvierà ad una nuova primavera.

Andrebbe scritto in versi, ma, almeno per ora, lo dirò, imprecisamente, così. Spero di poter fare ancora qualcosa per il mio paese, ma, se anche non mi fosse possibile, già il felice battito del cuore per Mario Draghi – presidente dalla eccezionale caratura politica (notevoli i suoi discorsi; quello pronunciato il 25 aprile da imparare a memoria) – è il mio credere all’Italia che verrà: migliore di quella di oggi.