Gesù si chinò e si mise a scrivere
col dito per terra...
Chinatosi di nuovo,
scriveva per terra (Giovanni 8,6.8)
col dito per terra...
Chinatosi di nuovo,
scriveva per terra (Giovanni 8,6.8)
La
liturgia di oggi (Vangelo di Giovanni, ma il brano sembra dover essere
attribuito a Luca) contiene l’unico passo del Vangelo in cui Gesù – il cui
insegnamento è tutto orale – scrive.
Che
cosa non si sa anche se, nel tempo, ipotesi e interpretazioni non sono mancate.
«Una delle più famose e ancora oggi in voga - formulata
per primo da Girolamo (IV-V secolo) - è quella secondo la quale Gesù scrive i
singoli peccati di coloro che conducono la donna sorpresa in flagrante
adulterio. Altri ritengono che, in consonanza con l’uso romano, Gesù scriva il
suo verdetto nei riguardi della donna e dei suoi detrattori prima di
pronunciarlo. Altri ancora segnalano che il gesto di Gesù col dito richiama la
scrittura della Legge da parte di Dio su tavole (Es 31,18; Dt 9,10). Gesù
scriverebbe, quindi, la nuova Legge dell’amore misericordioso. Per alcuni
infine Gesù fa riferimento a Ger 17,13 in cui il profeta parla del tempio
(proprio dove si trova Gesù in quel momento): O speranza d’Israele, Signore,
quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si allontanano da te saranno
scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva.» (padre Filippo Belli, docente di
Teologia biblica)
Chissà se Gesù ha davvero scritto delle parole o,
semplicemente, tracciato linee nella sabbia, come capita a molti di scarabocchiare
ascoltando un dibattito. Molto probabilmente, anche se non c’erano parole
scritte (e non tutti, comunque, sarebbero stati in grado di leggerle), ognuno
dei presenti ha visto segnata lì, a caratteri cubitali e indelebili, la propria
colpa.
Il fascino di quelle parole scritte sta tutto nel
fatto che nessuno le può leggere, ma
ciascuno le può sentire.
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