Non
dobbiamo dimenticare che l’anno si è concluso male a Pellaro. Ci sono persone, una
in particolare, che rischiano ritorsioni dopo aver denunciato fatti di ‘ndrangheta.
Noi dobbiamo apprezzare la loro testimonianza e sostenere queste persone che
vivono, a causa della loro onestà, situazioni di disagio.
Sintetizzo a memoria
(quindi non in maniera testuale), alcune frasi dell’omelia di questa mattina
alla chiesa del Carmine.
Don Tonino, parlando del
Vangelo del giorno e della novità del Dio che non si maschera ma si fa effettivamente uomo, non dimentica né le
tragedie mondiali (la strage di stanotte a Istanbul) né i drammi del
territorio.
È una mattinata luminosa,
con l’Etna bianca di neve e un fumaiolo proprio al centro, poche persone sulla
spiaggia (compresi i padroni incivili che vi portano i cani a mo’ di bagno, ma
senza poi pulire), due o tre che escono da un bar con un pacchettino di dolci
(ancora?!?), in giro qualche odore di sugo o di brodo che bolle.
Potrebbe essere una
mattinata di banale bellezza. (La
bellezza non è mai banale, ma anche
la bellezza più bella resta muta per chi non la coglie.)
Le parole di don Tonino,
pronunciate con tono fermo e dolce, danno uno spessore di verità, una incarnata luminosità, a questo primo
dell’anno.
(Mi tornano in mente i
tagli delle tele di Fontana: metaforicamente: come aprire ad una nuova
dimensione della vita collettiva.)
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