1
Tardo pomeriggio di fine
agosto. Il sole, quasi al tramonto, scintilla sul mare quieto. Qualcuno sta
ancora in acqua, qualche altro raccoglie le sue cose per tornare a casa.
Anna cammina con
lentezza, riempiendosi del suo orizzonte
per l’autunno.
-Ciao, Anna.
Le fa piacere essere
interrotta nei suoi pensieri da una giovane amica, anche lei emigrata in un’altra
città. Il suo secondogenito – biondo e abbronzatissimo; non ha ancora tre anni–
cammina a piedi nudi sulle pietre come su tappeto morbidissimo.
-Andiamo, dice Giovannino,
e si avvia spedito verso il porticciolo.
-Ok, ma piano, vai troppo
veloce per me.
-Io sono coraggioso e tu
sei vecchia.
Giulia interviene: -Giovannino,
quest’amica della mamma non è vecchia, e, in ogni caso, non ci si rivolge così
a una persona.
-Tu dici che bisogna dire
la verità. Io ho detto la verità.
- Hai ragione, interviene
Anna, io sono tanto vecchia che potrei fare la Befana. Anzi, se tu fai il buono
e quest’inverno mi scrivi una letterina, ti porterò un regalo.
-Ma io non so scrivere.
-Ti fai aiutare da mamma.
-E tu mi porti un regalo?
Anche grande?
-Sì, io ti porto un
regalo, anche grande.
2
Qualche giorno dopo.
Ponticello da cui si scende al mare, Anna incontra Giovannino, questa volta col
padre:
-Papà, questa è la
Befana. Ma non è la Befana di tutti i bambini, è la mia Befana.
3
Mattinata festiva di
dicembre. Anna scorre le mail. Un terzo di lavoro, due terzi di stupidità. Ma
una merita una rilettura:
Buongiorno
cara Befana. Come stai? Passeggi ancora sulla spiaggia della mia nonna? Io
vorrei essere al mare da nonna (che, poi, nonna, cucina molto, molto meglio
della mamma) ma mi hanno spiegato che adesso fa tanto freddo e non potrei
giocare in acqua come piace a me ...
Ho
fatto una piccola lista delle cose che mi piacerebbe ricevere. Scegli tu cosa
sulla tua scopa è più facile portare.
-Befana della spiaggia?! Meno
male che è facile acquistare e spedire via internet. Non potrebbe mai deludere una
così stupenda definizione di se.
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