La
signora A. intravvede per strada, da lontano, la signora B. Continuando a
camminare, tra poco s’incontreranno faccia a faccia.
Non
si vedono da tempo, ma si conoscono fin da piccole e, ogni volta che si sono
viste, si sono fermate a parlare un po’ di loro e dei loro familiari.
La
signora A. sa che, da qualche mese, in seguito ad una retata anti ’ndrangheta,
alcuni parenti stretti della signora B. sono in carcere. Per questo, si sente
in difficoltà. Non sa bene come comportarsi, poiché non vuole ferire la signora
B., che ha nominata di donna lavoratrice e onesta.
Buongiorno, commare. Come state?
Bene, commare. Non mi posso lamentare.
La
signora A non sa se chiedere come stanno a casa, ma la signora B la precede.
Stiamo tutti bene. Due miei fratelli,
sapete, il primo e il terzo, li hanno messi in carcere…
La
signora A. si dà un pizzico allo stomaco: che cosa può dire?
Ma
la signora B. continua, tranquilla:
Ma è cosa di niente, commare. Li hanno
accusati solo di associazione…
In quell'avverbio - "solo" - apparentemente innocuo, c'è tutta l'incoscienza di chi non è perbene e tende, per questo, a minimizzare l'illecito, il reato, il crimine.
RispondiElimina