domenica 14 maggio 2017

Due giorni reggini








Ciccio e Gegé – i protagonisti dei due racconti di ambientazione calabrese dell’antologia CentriFuga (mio il primo, di Antonio Ferrara, il secondo) – sono stati al centro d’un incontro, venerdì 12 maggio, con i ragazzi di due classi di seconda media dell’IC Cassiodoro-don Bosco di Pellaro, Reggio Calabria. L’incontro ha concluso il diciottesimo anno del progetto Leggere per piacere, per piacere leggere nato, su spinta del preside Giovanni Marcianò, nel 2000. 

Sono grata a tutti i colleghi che hanno molto lavorato con i loro allievi sul concetto e sulle problematiche della periferia, sul senso del mio lavoro a Nisida e sul significato dell’Italian teacher prize. Un grazie in più al preside, alle professoresse Rosalba Azzarà ed Elisabetta Chinnì e al professor Pomo. 

Ringrazio i ragazzi che hanno prodotto un video sulle loro riflessioni e dato vita ad una piccola, deliziosa messa in scena di Ciccio e Gegé e mi hanno posto molte domande su come far smuovere una situazione troppo stagnante e troppo condizionata da gravi problematiche (dalla ‘ndrangheta alla debolezza della vita economica e sociale e alle scarse possibilità di rete culturale per mancanza di biblioteche, cinema, teatro ecc. ecc.). 

Tanti occhi buoni e vivaci, tante speranze che sarebbe un delitto non consentire di accendersi. 
Li ringrazio tutti e ciascuno di cuore.


Sono stata ospite, venerdì 12 maggio, a Palazzo Campanella del presidente del Consiglio regionale della Calabria, on. Nicola Irto e ho visitata il Polo Culturale intitolato a Mattia Preti. 
Sono profondamente grata alla mia terra che ha molto festeggiato l’Italian Teacher Prize.



Incontri. Con il mare, le conchiglie, i fiori lungo le strade. Con la cortesia di chi ti regala bellezza, che siano i fiori di zucca o un dolce al limone che definire sublime è poco. E con le persone che ti sono care e che ti porti dentro, sempre. E, alla fine, il vento ha vinto sulla caligine di scirocco che per due giorni l’ha oscurato e, al là del mare agitato, è apparsa anche l’Etna: non un orizzonte, per quanto bellissimo, tra i tanti, ma l’orizzonte.


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