Per molti anni, ho portato una
montatura.
Quella che, delle tante che cambiato nei miei ben più di cinquanta
anni di occhialuta, mi piaceva di più, che ho sentito più mia.
Mi ha
accompagnato per moltissimo tempo e, quando è diventata tropo vecchia, ho avuto
la fortuna, non trovandosi più in commercio, di recuperarne un’altra, identica,
dimenticata non so in quale anfratto della fabbrica produttrice.
Ho
attraversato con lei il passaggio al nuovo millennio. Momenti di gioia e di dolore,
lutti ed eventi felici sono entrati nei miei occhi attraverso quella forma e
quel colore.
L’ho lasciata ieri per una
montatura che mi piace molto di meno, la meno brutta tra quelle che mi hanno
proposto.
Anche se al momento mi pare
improbabile, forse, col tempo, mi ci abituerò.
Ma ho comunque perso una cosa
che mi apparteneva: che non era mia: ero io.
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