Al centro di Dolore di Zeruya Shalev (tradotto da
Elena Loewenthal e pubblicato da Feltrinelli; copertina tutta bianca con grande
titolo nero) è Iris, quarantacinquenne israeliana, appassionata preside di una
scuola sperimentale, un padre ucciso in guerra, sposata con due figli, un
maschio dalla difficile infanzia e una figlia che, ormai donna, dà grandi
preoccupazioni, un grande amore, giovanile, Eitan, rincontrato proprio nel
momento in cui si rifanno sentire i dolori di un corpo che dieci anni prima è
stato colpito da un attentato.
Dolore
è
un libro imperfetto, in particolare per lo squilibrio tra le parti principali
del libro, l’amore per Eitan e il difficile tentativo di recupero del rapporto con la figlia vittima di un uomo molto più
vecchio di lei.
Eppure, libro bello e vivo: per la ricca complessità del
discorso interiore della protagonista, le modalità con cui la scrittura attraversa
il dolore in un viaggio catartico, la fluente modulazione dello stile.
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