domenica 27 febbraio 2022

Onore alla resistenza Ucraina

 



Immagino che le centinaia di migliaia di persone che, in varie parti d’Europa, manifestano - giustamente – contro la guerra in Ucraina chiedano il ritiro delle forze russe occupanti e non la fine della resistenza degli ucraini. Più di altre volte l’Occidente fa i conti tra i principi e la realtà, sbatte la testa sullo iato, per usare le parole della Costituzione italiana, tra il ripudio della guerra e il sacro dovere di difendere la Patria (il termine “patria” è il maiuscolo nell’originale e non mi pare che il termine “sacro” sia usato altre volte nel testo). Per quanto possa essere drammatico e angosciante, dubito che in talune circostanze – e anche in questa – si possa arrivare alla pace senza combattere: con le armi dell’economia e della cultura, della diplomazia, certo, ma anche con quelle che hanno, finora, evitato che Kjiv – quella che noi siamo abituati a chiamare Kiev – cadesse in una manciata di ore.

L’eroica resistenza degli ucraini – esercito e popolo; e sia reso il giusto onore al presidente Volodymyr Zelensky – è, dopo lo sforzo di affrontare adeguatamente il trauma dell’epidemia, la nuova roccia su cui l’Europa può – e deve – trovare le ragioni più profonde della sua unità.

 

 


 

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