Quando ieri sera mi è stata indicata una pianta: “La stella è sua, si ricordi di prenderla”, ho immediatamente pensato che non avevo mai ricevuto dei fiori ad una presentazione. Non è così. Ne ho avuti tanti. Mazzi multicolorati. Composizioni eleganti. E, allora, perché, la mente mi ha suggerito un’informazione così errata? Forse perché, come può sbagliare per eccesso di ansia e/o di angoscia, la mente può confondersi per intensità di gioia e/o di gratitudine.
La presentazione di Conchiglie, il mio piccolo memoir pubblicato da Guida, presso il circolo G. Calarco, alla sua prima iniziativa in sede dopo la diaspora per pandemia, coordinata da Cinzia Messina, è stato un momento di intelligente e sensibile partecipazione di cui sono molto grata a tutti i tanti partecipanti e, in particolare, a Angela Curatola e Simone De Maio, da cui ho ricevuto l’invito.
È la prima volta che mi capita di presentare un libro,
peraltro mio, a Reggio. È stato un pomeriggio particolarmente bello.
Che mi ha lasciato – anche – una domanda. Perché una città che ha tante persone preparate, competenti, piene di energie, non riesce a esprimere tutte le potenzialità che pure possiede?
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