A Montesarchio c’è un piccolo Museo Archeologico, che
lascia stupefatti soprattutto per la bellezza dei numerosi crateri, i vasi da simposio che corredavano le tombe sannite.
Io ci sono andata il 25 aprile, per omaggiare Carlo
Poerio, che ha conosciuto questa come altre torri borboniche – è stato anche a
Nisida, dove idealmente lo saluto ogni mattina, passando davanti al piazzale
che porta il suo nome.
Non una personalità di grandezza assoluta, di altezza
vertiginosa, un rivoluzionario precursore dei tempi, ma, semplicemente, una
persona per bene, capace, quantunque il costo sia stato pesante, di incarnare i
suoi principi, dando prova di grande dignità.
D’altra parte, al processo, Poerio aveva detto: “Io mi
onoro di appartenere alla setta degli uomini onesti. I miei sentimenti
altamente monarchico-costituzionali sono noti a tutti […] Che se poi questi
nobili sentimenti sono la vera cagione dei miei infortuni, non per questo
rinnegherò i miei principii, e sopporterò le mie presenti sventure con
tranquilla rassegnazione e con intera fede nell’avvenire”.
Mi sembra un grande insegnamento per chiunque voglia
essere cittadino consapevole e responsabile dello spazio-tempo in cui gli è
dato vivere la capacità di sopportare il
presente con le sue sventure e di
mantenere intera fede nell’avvenire: la
forza, il coraggio, l’esercizio costante del nonostante.
Nelle immagini, la torre-prigione di Montesarchio e la cella di Carlo Poerio
Nessun commento:
Posta un commento