“È piccola piccola, ha tanti capelli e tiene già gli
occhi aperti. Dicono che somigli a me, io non lo so. Ma è bella, bella. Non avevo
il coraggio di prenderla in braccio, ci ho messo mezzora prima di prenderla, ma
mi sono seduto sul divano, così se cadeva non cadeva a terra. E quando la tenevo
in braccio è stata un’emozione grande e già mi manca”.
È nata una settimana fa e il padre, che, grazie ad un
permesso, l’ha vista qualche giorno dopo, ne parla con sguardo e toni colmi di
stupore: “Mi emoziona pensare che è fatta da me e resterà per sempre con me”.
Una nascita che abbiamo aspettato, in classe, dal
primo giorno dell’anno scolastico, seguendo tutte le fasi della gravidanza, le
visite dal medico, le analisi della futura madre, le paure, i problemi e l’ansia
via via crescente, del futuro padre, un ragazzo giovanissimo che già a
settembre ripeteva: “Non vedo l’ora che nasce”.
Alla piccola è stato dato, in quanto nome della nonna
paterna, un nome antico e raro, dal significato prezioso. Sarebbe bello se potesse avere
una vita all’altezza del suo nome.
E noi glielo auguriamo, Maria, con l'animo fiducioso e una carezza in mano.
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