Parco Letteario di Nisida. La stele (al momento della foto ancora incompleta) si riferisce alla prefazione di Isabella Bossi Fedrigotti al volume Parole come Pane. La Sintassi di Nisida. |
Una testa di cavallo – la capa, diciamo noi in famiglia – di porcellana
bianca in funzione di lampada da tavolo, con tanto di paralume frangiato. Un
oggetto che mai avrei comprato e che, però, ha resistito (saranno ormai trenta
anni) ad ogni ordine (N. B. fare ordine si identifica con buttare il più possibile).
Dico: resistere. Ma è termine errato. La capa di cavallo non è (mai stata) in discussione. Rimarrà sempre a
casa, bene in vista.
Me la regalò Carlo, una delle
tante volte che, poi, venne a
trovarmi.
Ero da appena qualche giorno a
Nisida, quando, arrabbiato perché pretendevo che eseguisse un’esercitazione di
lingua, mi rovesciò addosso un banchetto. Gli agenti lo allontanarono; pensai
che il mio anno scolastico poteva considerarsi chiuso con quell’incidente. Il
giorno dopo, entrò, si sedette, soffiò sul ciuffo per scostarlo dagli occhi e
chiese: “Che dobbiamo fare, oggi?”.
Uno dei tanti – nomi, volti,
coraggio di ricominciare – che abitano
la mia vita.
Io aspetto, Maria, che tu voglia raccogliere in un volume le tante storie che hai vissuto nella tua Nisida.
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