sabato 28 marzo 2015

Grazie ai ragazzi/e del Liceo Pitagora di Torre Annunziata






Ho passato, ieri, due ore con i ragazzi e le ragazze (a occhio, circa 300) del Liceo Pitagora di Torre Annunziata.

Due ore, bellissime, quasi una sintesi del lavoro di scrittura, realizzato a Nisida lo scorso anno scolastico, e quello di lettura fatto da loro in questi mesi in cui hanno preso in mano il nostro Parole come Pane. La Sintassi di Nisida e l’hanno condiviso come si fa il pane buono. 

Spezzandolo, dividendolo in bocconi, masticandolo, mangiandolo, trasformandolo in energia, forza, vitalità.

Con le loro insegnanti di lettere, coordinate dalla professoressa Lina Fiordoro, hanno letto i dieci racconti e il relativo backstage, ne hanno ricavato video, presentazioni in power point, cartelloni, canzoni e balletti, drammatizzazioni (bellissima la recita del racconto-sceneggiatura Hotel Nisida di Alessandro Gallo) e tante, tante domande.

Domande per conoscere la realtà del carcere minorile e di chi lo abita ma, anche, per interrogarsi sui nostri modelli sociali, sulle storture che condizionano la vita di troppi, sulle responsabilità che ciascuno ha nei confronti della collettività.



L’hanno fatto con una serietà e una passione, una semplicità e una verità – un brillio di occhi – di cui sono grata. Perché hanno raccolto in pieno il senso sotteso a questo come ad ogni nostro libro e ad ogni lavoro di scrittura di Nisida portato all’esterno: il suo proporsi (anche) come piccolo ponte tra il dentro e il fuori. 


I cartelloni si riferiscono ai racconti di Daniela de Crescenzo e Gianni Solla in Parole come Pane. La Sintassi di Nisida, edito da Caracò

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