Fuori-
racconti per ragazzi che escono da Nisida, l’ultimo nato del nostro
Laboratorio di Scrittura è stato ieri l’occasione di una mattinata di incontri
tra alcuni autori che hanno lavorato con noi quest’anno e/o negli anni
precedenti – Viola Ardone, Riccardo Brun, Daniela de Crescenzo, Antonio Menna,
Antonella Ossorio, Valeria Parrella, Anna Petrazzuolo e Patrizia Rinaldi – e alcune
classi del nautico Duca Degli Abruzzi e degli istituti superiori Emanuele II e Nitti,
del liceo scientifico Arturo Labriola, del tecnico Righi e del superiore
Falcone di Pozzuoli.
Ragazzi e autori hanno dato vita a piccoli seminari
centrati sui racconti di quest’ultimo libro e su alcuni racconti di particolare
impatto “femminile” prodotti negli anni nel corso del Laboratorio di Scrittura, a partire dal personaggio creato da Viola Ardone che ha dato il titolo agli incontri: "Teresa e le altre, personaggi maschili e femminili nei racconti di Nisida.
Gli incontri sono stati
arricchiti dalle letture dei brani, a cura del Laboratorio teatrale di Nisida
(guidato da Veria Ponticiello) e dal Laboratorio del Teatro Sanità (guidato da
Mario Gelardi, regista e autore che ha, anche lui, partecipato da scrittore al
nostro lungo percorso) e da una passeggiata lungo i sentieri del Parco.
Questo è il mio intervento nella
breve fase assembleare, al Centro Studi di Nisida, prima della suddivisione dei
diversi gruppi di lavoro nelle varie sale del Ceus:
Un’isola piatta davanti al porto si stende,
non vicina, né molto lontana dalla terra dei Ciclopi,
boscosa, e vi nascono capre infinite,
libere: passo d’uomini mai li spaventa,
né i cacciatori le inseguono, che tra le selve
sopportano stenti, correndo le cime dei monti.
Né da pastori son possedute, né da aratori,
ché l’isola, sempre inseminata e inarata,
d’uomini è vuota, nutre capre belanti.
Secondo alcuni studiosi, in
questi versi del IX canto dell’Odissea, Omero sta parlando non di un’isoletta
qualsiasi, ma proprio di Nesis, ovvero di Nisida.
Non possiamo provare quest’affascinante
ipotesi, ma sappiamo per certo che di Nisida hanno parlato in tantissimi: da
Plinio a Tasso, da Seneca a Calderon de la Barca, da Cicerone a Madame de
Stael, da Beda a Dumas padre, da Boccaccio a Cervantes, da Sannazzaro al
marchese De Sade, da Settembrini a Berlioz, da Lamartine, alla Serao, da Croce
a Marai e così via.
Alcuni hanno descritto i luoghi,
la splendida macchia mediterranea, gli asparagi, le capre e i conigli che vi
crescevano numerosi.
Altri ne hanno raccontato episodi
storici: la congiura qui organizzata da Bruto nella villa di Lucullo e il
successivo suicidio di Porzia che, sempre qui, dopo la morte del marito a
Filippi, ingoiò i carboni ardenti; le vicende del monaco Adriano, abate
dell’allora monastero benedettino, poi trasferito dal papa in Inghilterra e
oggi venerato dalla chiesa cattolica come Sant’Adriano di Canterbury; l’eroismo
di patrioti, quali Poerio, Nisco, Castromediano, incarcerati nell’allora
prigione borbonica in quanto fautori dell’unità italiana.
Altri, come Dumas e Cervantes
l’hanno rappresentata nelle forme di una donna giovane, bella, fascinosa: la dama Nisida.
Di fronte a tanta storia, a così
incantevole natura, a tanto ricca narrazione di autori di ogni parte d’Europa
abbiamo avvertito il dovere di raccogliere e conservare tanta bellezza,
facendone, per i ragazzi e le ragazze ospiti della struttura penale, occasione
di crescita culturale e umana e per la città la possibilità di riappropriarsi
di uno dei suoi angoli più belli.
È nato così il progetto Nisida come parco Letterario e Naturale,
cui hanno e stanno ancora lavorando in tanti.
Tra l’altro, dal 2010 in poi, sono
stati ripristinati gli antichi sentieri che conducono a porto Paone. Vi hanno
lavorato, in particolare, i ragazzi dell’articolo 21, ovvero quelli che, avendo
già fatto un percorso positivo in Istituto, godono di particolari benefici.
Un lavoro accurato che ha consentito
anche di scoprire la tomba del generale Bellomo, qui giustiziato alla fine del
secondo conflitto mondiale.
Negli ultimi mesi – dopo la
realizzazione delle panchine disposte lungo i sentieri – sono state realizzate,
dal Laboratorio di Edilizia, le steli che riportano, su mattonelle dipinte nel
Laboratorio di Ceramica, brani di tutti gli autori che a Nisida hanno dedicato
attenzione. Attività, quest’ultima del Laboratorio di Ceramica, in cui è stato
parzialmente reinvestito il ricavato della vendita del nostro precedente
volume.
La linea sottile, ma
fondamentale, di tutto il percorso, è costituita dal nostro Laboratorio di
Scrittura. Negli ultimi sei anni, vi hanno partecipato, gratuitamente, una
trentina di importanti autori napoletani che hanno lavorato, a scuola, con gli
insegnanti e con i ragazzi e le ragazze, prima sull’isola, la sua bellezza, la
sua storia, le personalità che l’hanno abitata nei secoli e poi sui ragazzi
stessi, sulle loro emozioni, le paure, le speranze, i desideri, provando a
restituirne, attraverso lo specchio della Grammatica e della Sintassi, il volto
autentico, fuori dai cliché mediatici.
Ne sono nati sei libri di racconti.
Racconti, insieme, d’autore e di ragazzi.
Scrittori che hanno prestato il
loro talento narrativo ai ragazzi prendendo le parole frammentarie, contorte e
spezzate dei nostri giovani ospiti e dando a quelle stesse parole una forma che
meglio li esprimesse.
L’ultimo di questi libri, appena
pubblicato, si intitola Fuori- Racconti
per ragazzi che escono da Nisida ed è chiaramente centrato sulle attese, i
sogni, i problemi del “dopo” carcere: un aspetto fin troppo trascurato e a cui,
al contrario, politica e società civile dovrebbero prestare una più adeguata
attenzione.
Ripercorrendo questo progetto,
oggi, vigilia dell’8 marzo, vogliamo dare uno spazio particolare alle ragazze,
ai loro specifici problemi, alle specifiche difficoltà che le hanno condotte a
Nisida e al loro possibile futuro.
Vi ringrazio di cuore di essere
qui a condividere questa giornata.
Mi piace farlo con una poesia che
uno dei più grandi poeti viventi, Yves Bonnefoy, ci ha voluto regalare e che mi
sembra possa sintetizzare bene il senso più intimo del nostro lavoro di questi
anni:
Nisida, una roccia, un rumore di mare
A urtare, col maltempo, contro i sogni
Di quelli che dormono lì, piedi bloccati,
Occhi spalancati sul resto d’infanzia.
E tuffarsi in quel rumore, e nuotarci
Fino a un altro mondo. Nausicaa
Fiduciosa e gaia, sulla riva...
Amate sognare! È una chiave, quando mancano
Tutte le altre chiavi delle porte di sé,
Quelle che il nascer male ha fatto di ferro.
Poiché sognare è bellezza che cerca di essere
E bellezza è amare, è verità
Che vi prenderà tra le sue braccia anche qui,
Dove desiderare è già come esser liberi un po’.
Il disegno di copertina di Fuori- Racconti per ragazzi che escono da Nisida è di Cecilia Latella
Il disegno di copertina di Fuori- Racconti per ragazzi che escono da Nisida è di Cecilia Latella
Le foto della passeggiata nel Parco sono di Carmela Brando
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