giovedì 8 giugno 2023

La narrativa italiano, allo stato


Che si producano più opere di narrativa che opere letterarie mi sembra normale. Non è che i Manzoni, i Balzac e le Austen nascano ogni giorno. E, poi, talvolta (spesso?), la buona narrativa è una compagna della quotidianità della vita talvolta amichevole più della stessa grande letteratura. Il punto è che tipo di narrativa si produce o, meglio, quale tipo di narrativa viene pubblicata, pubblicizzata, premiata ecc. ecc., ovvero quale narrativa entra nella cultura generale del paese.

A me sembra che, in questo momento, in Italia, la narrativa italiana segua tre linee prevalenti.

La prima riguarda i gialli/noir con le relative ricadute di fiction tv.

La seconda riguarda vicende personali, memoir, testimonianze, soprattutto in relazione a traumi e sofferenze di ogni tipo.

La terza riguarda storie di formazione, con, all’inizio, bambini in qualche situazione di difficoltà, e poi, cresciuti, più o meno bene.

In ognuno di questi ambiti, ci sono libri buoni, libri mediocri, libri pessimi, qualcuno ottimo.
L’effetto generale, però, è di una certa asfissia, l’aria è troppo stagnante, si sente il bisogno di finestre aperte, di venti freschi.

 

P.S. Ieri è stata scelta la cinquina dello Strega. Io tifo Rosella Postorino.

 

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