“Ritagliatevi un
quarto d’ora di tempo, la sera, durante la pausa pranzo. E scrivete il vostro
vangelo, raccontate la vostra esperienza, riassumete a memoria quello che vi è successo
da quando avete incontrato il Dio di Gesù Cristo. (…) Raccontiamo il nostro
vangelo, piccolo, fatto di minuzie, di emozioni, di scoperte, di luce, di pace.
(…) proviamo a fare gli evangelisti, a raccontare anzitutto a noi stessi in che
cosa è cambiata la nostra vita da quando lui, il Signore, l’ha abitata.
Mi piacerebbe che – riprendendo questo invito di Paolo Curtaz – ci fosse un fiorire di racconti d’anima e di carne di persone che abbiano sperimentato non la religione, la devozione, la morale et similia, ma la fede, e non in un Dio generico o nel Dio delle ipotesi filosofiche, ma in quello annunciato da Gesù Cristo.
Come mi piacerebbe che oltre a Scorzese, che ha annunciato un film su Gesù, altri artisti rispondessero all’invito del Papa di raccontare Cristo, ognuno con la propria sensibilità, creatività, fantasia e capacità tecnica.
Racconti, narrazioni, film, opere d’arte in genere, che superino la banalità delle parole scialbe, delle omelie vuote, dei discorsi polverosi e restituiscano inquietudine e stupore e mettano il lettore/spettatore/fruitore davanti ad una domanda: E tu chi dici che Io sia?
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