Una mia amica ha frequentato, quest’anno, una scuola di scrittura. Ha da tempo un’idea in testa, voleva mettersi alla prova. Un’altra sta valutando se frequentare una scuola di scrittura. Ha già scritto un (bel) testo, ma come trovare un editore?
Per lungo tempo ho avuto un certo fastidio verso le scuole di scrittura. Motivo? Né la Austen né Mann sono usciti da una tal scuola e neppure, che so, Omero o Tolstoj. In verità, più che fastidio era insofferenza, poi mi sono di molto ammorbidita e ho cominciato a riflettere: per alcuni può essere un modo utile/piacevole per passare il tempo, per altri una sorta di terapia, per qualcuno apprendere delle tecniche può servire a incanalare buone idee nella giusta forma e, per chi vuole pubblicare, una delle poche strade possibili da percorrere.
Non escludo più la possibilità di frequentare io stessa una tal scuola. La mente, con l’età, perde parole. Magari lavorarci seguendo un percorso ne rallenterebbe l’invecchiamento.
Al fiorire di tante scuole di scrittura – qualcuno le ha censite? Ce ne stanno un’infinità, evviva tutte – mi piacerebbe si accompagnassero altre scuole. Piccoli corsi di lettura, per esempio. Tempo fa ne ho visto uno organizzato per ragazzini in estate: mi è sembrato una bella cosa.
E, l’ho già detto – repetita iuvant ? – abbiamo molto bisogno di scuole di badanti. Si potrebbe iniziare cambiando il nome: servono persone specializzate: tecnicamente ed emozionalmente per prendersi cura delle persone anziane e non autosufficienti che sono in aumento e continueranno ad aumentare.
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