giovedì 18 maggio 2023

Microstorie: L'ultima pagina di B.

 

 

Un pallido sole, dopo giorni di pioggia che le erano entrati nelle ossa. Ma il cuore restava una spugna che, a strizzarla, si sarebbe trasformato in un lago di lacrime. Un pensiero continuava ad arrovellarla: se Dio fosse onnipotente, se tutto ciò che accade (comprese le malattie atroci dei bambini, la fragilità senza rimedio dei vecchi) dipendesse dalla sua volontà, non sarebbe un essere mostruoso da cui scappare (ove mai fosse possibile) di gran lena, ma, se non fosse onnipotente, che Dio sarebbe? L’annoiava l’equivalenza Dio-Amore, non la capiva. Fosse stata almeno sola: il proprio dolore lo si può sopportare, quello che non si può reggere è il dolore di chi ami. Brunella si sentì stanca di cercare un senso. Aprì il computer e cominciò a digitare: “Sono vissuta di parole. Lette. Scritte. Dette. Pensate. Ora sopporto solo quelle lette. Mi fanno compagnia, ammortizzano i colpi della vita. Parlo poco. Non solo perché, da anziana, ho molte ragioni in meno di parlare, ma proprio non mi va neppure una chiacchiera con un’amica. (Amica? Ma ho amici, io?) Il pensiero, se fosse possibile, lo abolirei. Le parole pensate pesano in testa, opprimono la gola e il petto. Accrescono l’angoscia, la fatica dei giorni. Benedico quelle piccole attività in cui poter dimenticare il pensiero. Parole scritte non ne ho più. Non saprei che dire. Non sono mai stata creativa. Avrei forse potuto scriverlo, un romanzo, frasi giuste, misurate, ma mai sarei riuscita a inventare una trama decente. E ora, qualunque cosa scriva, mi sembra così banale, così vuota. E tutto mi appare un’inutile vanità. Alla fine, della vita non resta che la nuda esistenza.” Quando mise l’ultimo punto, Brunella si chiese se, quella, sarebbe stata la sua ultima pagina di diario. Oppure no.

 

1 commento:

  1. Complimenti. Condivido il pensiero di Brunella. Spesso mi trovo a formulare gli stessi interrogativi e mi dò risposte fantasiose, romanzate, che non espongo per pudore. Ma bisogna andare avanti lo stesso, impermeabili alle avversità, con la speranza e la certezza che la notte passerà.

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