Arriverà a giorni in libreria e sui siti librari online - lo potrete trovare anche al Salone del Libro di Napoli dall'1 al 4 luglio - il dodicesimo volume prodotto nell’ambito del progetto Nisida come Parco Letterario e Naturale. Questa è la mia prefazione al libro, edito da Diego Guida, che ho avuto ancora una volta la fortuna di curare:
Disegno di copertina di Cecilia Latella, ispirato a una foro di Ciro Orlandini |
Tantissimi morti. Posti di lavori persi. Scuole chiuse. Progetti di vita sospesi o annullati. Solitudini di relazioni umane solo a distanza. La pandemia che da più di un anno ha modificato le nostre vite, provocando o aggravando la crisi demografica, economica, sociale del paese ha portato – insieme allo spreco di troppe parole, inutili o peggio, passate in tv e sui social – anche alla povertà di troppi silenzi vuoti.
Milioni e milioni di parole – buone, belle, gentili – non sono state pronunciate. Quelle degli anziani che non sono più potuti andare in parrocchia o a giocare a bocce, dove avrebbero incontrato qualche amico. Quelle di amici che si vedevano in cene che sono state sospese a tempo indefinito. Quelle che piccoli alunni che, nelle difficoltà dell’alternanza tra didattica in presenza e didattica a distanza, non hanno avuto modo di apprendere
I ragazzi che arrivano a Nisida, di parole, ne hanno sempre troppo poche. Non possono rischiare di perderle, anzi devono acquistarne. Perché meno parole vuol dire meno pensiero, meno autonomia, meno libertà: più dipendenza da chi vuole usarti, più invisibilità sociale, più rabbia che si accumula e può esplodere male. In sintesi: meno vita.
Il Laboratorio di Scrittura 2021 è stato un piccolo spazio-tempo in cui i ragazzi hanno cercato le parole per ripensare lo spaesamento di un tempo doppiamente sospeso (per la detenzione e per la pandemia). In maniera da restituire a se stessi quello stesso tempo non come un limbo che annulla il passato e blocca ogni ipotesi di futuro, ma come un allenamento fiducioso al tempo nuovo che verrà, con i contorni che ciascuno sarà stato in grado di immaginare e costruire già nel presente. Affrontare se stessi come sfida che spinge oltre.
Il Laboratorio di Scrittura si è svolto in forma composita, grazie alla stretta collaborazione tra più soggetti: on line Adele Micillo ed io, nonché ciascuno dei sei scrittori partecipanti al progetto. La prima a incontrare i ragazzi è stata Daniela De Crescenzo, che ha affrontato il tema della Covid a Nisida. Si sono poi succeduti: Viola Ardone (La pandemia e il web); Patrizia Rinaldi (La speranza per il dopo epidemia); Riccardo Brun (Il desiderio possibile); Antonio Menna (L’importanza della salute). Ha chiuso Sara Bilotti (Quel che il covid ci ha insegnato).
In aula, con i ragazzi, i professori Gigi Salvati e Anna Zazo, che hanno curato il contributo scritto dei ragazzi partecipanti. Il supporto tecnico è stato assicurato da Paolo Spada, coordinatore dell’Area pedagogica di Nisida.
A distanza, hanno dato un contributo al nostro progetto Gioacchino Criaco, scrittore-giornalista particolarmente attento alle problematiche relative al carcere, che ci ha regalato un racconto Nino che non sapeva giocare, sulla fondamentale importanza della scuola e, in particolare, della scrittura nel processo di “liberazione” da vincoli che producono male e sofferenza e la poetessa Maria Grazia Calandrone, già ospite dell’Istituto nella stessa visita che aveva portato a Nisida, nel 2014, Yves Bonnefoy. Il suo libro Splendi come vita è stato al centro dell’attenzione dei ragazzi nel Laboratorio di Lettura, svolto sempre con modalità parte online e parte in presenza. Candidato allo Strega, è stato quello votato dai ragazzi per lo Strega Giovani, della cui giuria facciamo parte da molti anni.
Incontri, conversazioni, lettura e scrittura come tessere per costruire una speranza possibile: cercando in se stessi un desiderio che possa farsi scelta: per trovare strade nuove e gambe forti per percorrerle. Una speranza che implica la fatica personale del ri-fare se stessi ed ha bisogno di un appoggio esterno per potersi realizzare.
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