giovedì 29 aprile 2021

Domande sul nostro futuro

 

Immagine dal Web

Che Draghi sia Presidente del Consiglio (oltre al fatto che Mattarella è il Presidente della Repubblica) è una benedizione per l’Italia. Personalmente ne ringrazio, nell’ordine, Dio, Mattarella e Renzi. E, naturalmente, Draghi stesso, che s’è assunto un compito epocale, con tutto il fascino ma anche l’estrema difficoltà che comporta: fare dell’Italia un paese vivo, che respiri futuro.

Nello stesso tempo è il segno di una crisi (una inesistenza?) della politica che va avanti da troppi anni.

I partiti avevano avuto una grandissima occasione di rinnovarsi all’epoca del governo Monti: non l’hanno fatto e lo sfacelo è continuato imperterrito e aggravato.

Non l’onestà, l’intelligenza e la voglia di futuro – non la visione, competente e al servizio del paese – ma gli interessi di parte, quando non la corruzione, e, soprattutto, la stupidità (e la stupidità è peggio della delinquenza: il delinquente può prendere una strada migliore più facilmente di chi, stupido, si considera intelligente) sembrano consustanziali a buona parte dei nostri politici.

Riuscirà la politica – di fronte all’occasione storica di rinnovare il Paese attuando il PNRR – a fare il salto di qualità che questo comporta? Riuscirà la nostra amministrazione a far lavorare i migliori, quelli che hanno competenze ed energie e voglia di spendersi? Riuscirà la nostra comunicazione a non perdersi nella stupidità e avviare il paese ad un dibattito che affronti il nucleo dei problemi?

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