Il mio paese (come ogni paese
dove sono in tanti a conoscere vita,
morte e miracoli di ciascuno) è un libro di storie non scritte. Non
basterebbe l’intera estate a voler ascoltare tutti i (potenziali) romanzi
contenuti dalle case e dalle strade vicine, e che, talora, s’affacciano,
spesso, nelle chiacchiere familiari/amicali.
Drammi, tragedie, passioni, morti,
tradimenti, spruzzi di commedie, anse di grottesco, onde d’elegia, muti
lirismi, trame d’ombra e oscurità, quotidianità particolare e, insieme, universale.
Storie che restano finché c’è
qualche voce che a voce le racconta e, poi, si perdono nel vento.
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