Matteo Renzi, di errori, ne ha fatti molti, forse troppi.
Per esempio, non è riuscito a rottamare troppi, della classe dirigente del Pd, che meritavano quella fine né ad usare con la vecchia guardia meridionale della “ditta” il “lanciafiamme” che pure gli era sembrato necessario. Ha dato posti di rilievo, dalla Mogherini alla Ascani, immeritati e avrebbe dato il ministero della Giustizia a Gratteri se Napolitano (grazie, Presidente) non si fosse opposto. E non è riuscito a strutturare, alla base, come “partito vivace” Italia Viva, anche se, in questo caso, con le attenuanti dell’epidemia e del tentativo di “soffocamento in culla” del partito attuato dalla magistratura. E si potrebbe continuare.
Sull’altro lato della bilancia ha, sempre ad esempio: portato alla presidenza della Repubblica Mattarella; evitato che il paese andasse in mano al Salvini dei “pieni poteri” e creato le condizioni perché Draghi diventasse presidente del Consiglio. In aggiunta ci metterei almeno il coraggio e la capacità di visione internazionale.
A me questo basta e avanza per sapere da che parte stare.
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