Nel prossimo futuro italiano, non vedo molte luci
(eufemismo). Magari, la cosa migliore (?!?) che ci capiterà è che pochi mesi di
governo di destra ci porteranno al disastro economico con relativo nuovo governo tecnico o
nuove elezioni o commissariamento da parte dell’Europa. Vedremo in quanto tempo arriveremo all'inverno del nostro scontento.
La politica italiana è in crisi, grande. È del tutto
evidente, non solo da Tangentopoli, ma, soprattutto, da quando, con Monti al
governo per disastro economico del precedente governo (destrorso, ma meno di
quello che presumibilmente arriverà), il Parlamento non fu capace di varare una qualche riforma
costituzionale che favorisse la governabilità.
E dopo la fiammata del governo Renzi, con la bocciatura (popolare, ma quanto,
quanto trascinata da poteri forti e
magari anche esterni al nostro
paese?), siamo, attraverso le montagne russe (termine appropriato, nel caso) dell’ultima
legislatura, ad un governo Draghi che, nella memoria, resterà un grande lampo
di luce, cui farà da contrasto (pessimo) il buio successivo: dal giorno alla
notte, insomma.
Come gli italiani non scendano in piazza (è vero che è
estate, ma anche d’estate la storia si fa) per dire che si riparte, anzi si continua con/ dall’Agenda Draghi (grazie ancora, Presidente), dal
metodo che lui ha spiegato così semplicemente e lucidamente – Sono
risposte pronte alle emergenze che si presentano: conta la credibilità
internazionale – per me è incomprensibile (meglio: capisco, ma
non mi adeguo).
Sarà ben poco popolare, e mi pare, infatti (diciamo così) che il tema non sia tra i discussi nei programmi elettorali, ma ritengo essenziale mantenere la posizione di Draghi anche sulla guerra portata dalla Russia in Ucraina: si sta con l’Ucraina, senza se e senza ma, e inviando anche tutte le armi che occorrono, finché la Russia si ritirerà.
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