Non ci sono parole, diciamo, talvolta, davanti ad un evento del tutto inatteso o ad un’emozione, bella o brutta che sia, troppo intensa. Non è così. Si tratta di parole che mancano ai comuni mortali; poeti e scrittori, invece, le conoscono e, nei loro scritti, troviamo l’eco di emozioni che sembravano inenarrabili.
C’è, però, una parola che nessuno conosce. Come si definiscono la madre e il padre che perdono un figlio? La lingua non lo dice perché la mente si rifiuta di dare legittimità a qualcosa che avverte come del tutto innaturale. Neppure poeti e scrittori hanno provato a inventare un termine adeguato.
Ne La stanza del buio, edito da Pellegrini, Daniela Rabia trova le parole – sensibili, discrete, vere – con cui dare voce ad una madre che si trova all’improvviso orfana del figlio, terremotata nella sua vita familiare e lavorativa, prosciugata nelle sue relazioni affettive. Senza più nulla che non sia il ricordo dell’essere, senza la cui presenza, la sua vita non è che dolente sopravvivenza, finché qualche piccola crepa – l’avvicinamento alla fede religiosa – non le fa intravvedere un barlume di luce: che non toglie il dolore, ma lo addolcisce.
Chiunque abbia avuto esperienze dirette o indirette di perdita di figli riconosce nelle parole di Anna – la voce narrante del libro di Daniela Rabia – le confidenze silenziose di chi ha attraversato, in poco tempo e nel piccolo spazio del proprio corpo/mente, tutto il dolore del mondo, dal suo inizio e fino alla fine dei tempi, e ha vagliato ogni emozione in un setaccio che non consente il permanere di qualsiasi falsità, enfasi e ridondanza e lascia solo l’essenza, nuda: fragile e fortissima, di un sentire purificato da un lavacro di lacrime e sangue.
Dopo tre romanzi classificabili come storie di formazione, Matilde - Non aspettare, la vita non ti aspetta, edito da Gigliotti, Le voci dell’eco, Carratelli editore, A un metro da voi, Mediano editore, Daniela Rabia raggiunge con La stanza del buio – prosa asciutta e poetica – una maturità stilistica che induce ad aspettare con grande interesse le sue prossime prove.
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