Ho conosciuto il carcere minorile di Santa Maria Capua Vetere quando era ormai una comunità. Ci andavo a trovare un mio ex alunno nisidiano. La prima volta mi venne a prendere alla stazione lo stesso direttore, che conoscevo da quando dirigeva il carcere. Un clima sereno, insomma. Il carcere per adulti di Santa Maria l’ho conosciuto solo indirettamente perché per un certo tempo ho avuto uno scambio epistolare con un mio ex alunno, poi lì ristretto in seguito ad un reato compiuto da maggiorenne. Fu lui a scrivermi: “Dite ai ragazzi che Nisida è l’unica ancora di salvezza, dopo c’è solo la galera. Se non si salvano a Nisida non si salveranno mai più, qui è diverso”. Non si lamentava di violenze di nessun tipo, ma della mancanza di tutte quelle attività di scuola, di formazione professionale, sportive, culturali ecc. ecc. che, a Nisida, avevano innestato in lui un processo che, sebbene incompiuto, lo motivava al cambiamento: a ri-costruirsi. Gli inviai il libro prodotto a Nisida lo scorso anno, ma, per la prima volta, il plico tornò indietro, respinto alla portineria. Santa Maria aveva da poco vissuto una rivolta i cui effetti conoscono, ora, tutti (Il ragazzo in questione non c’entra, era in un altro reparto).
Oggi Mario Draghi e Marta Cartabia vanno a Santa Maria. È un gesto che significa molto ed è un gesto che andrà oltre il “segno”, introducendo una riforma estremamente urgente: il carcere, ridotto anche per gli adulti a poche situazioni di estrema necessità (come il minorile), deve avere, come dice la Costituzione, funzione “rieducativa”, senza che alla pena della ristrettezza si aggiungano pene accessorie inutili e controproducenti. Ed è anche dimostrazione di attenzione per chi, in carcere, lavora facendo il proprio dovere, nel rispetto della legge e con umanità. Chi non lo fa – parliamo di singoli agenti non della categoria della polizia penitenziaria – offende non solo la Costituzione, le leggi e i carcerati ma anche tutti i colleghi che svolgono con disciplina e onore le loro funzioni, spesso anche a prezzo di personali e misconosciuti sacrifici.
Quando ho visto la notizia di questa visita ieri su twitter, avevo appena finito di leggere Controcorrente, edito a Piemme, in uscita proprio ieri. Ho letto tutti i libri di Matteo Renzi. Questo non è il più brillante, in altri mi sono anche divertita, ma è il più vero. Perché emergono le ferite, le cicatrici costate all’uomo Renzi per la scelta del politico Renzi di far cadere il governo precedente. Scelta – a mio parere – che lo mette, qualunque sia il giudizio su altre sue iniziative e decisioni, tra i meritevoli servitori dello Stato. Oggi, senza quella scelta, Mario Draghi e Marta Cartabia non sarebbero a Santa Maria.
Ps. Poi è arrivata anche la notizia dell'indagine su Renzi. Un'indagine a libro. Sembra quasi una barzelletta.
Nessun commento:
Posta un commento