C’è il ragazzo napoletano
che racconta che sin da piccolo sono
stato chiuso in collegio per 9 anni, sono uscito che ne avevo 11, poi a 14 sono
finito in carcere, ma non perché sono
cattivo, anzi: io sono un ragazzo che
se si presenta davanti ad una ragazza mi faccio rosso rosso di faccia però
quando parte la testa non collego i neuroni.
C’è la ragazza rom, scappata
di casa ragazzina perché mio padre mi
voleva far sposare uno che non conoscevo niente di lui. La mia infanzia non è stata proprio infantile.
Non ho mai giocato con le bambole, le mie bambole erano i miei fratellini che
dovevo badare, cucinare, cucinare, scappare e poi addirittura rubare… E la sua compagna che è venuta in Italia con la sorella di mia madre
e lei mi ha messo a rubare, sono finita in carcere e ho perso già due anni
della mia vita però qui ho imparato delle cose bellissime. Non ha mai avuto una famiglia che mi amava… qui ho
conosciuto tante persone che mi vogliono bene.
C’è il ragazzo, di
origine egiziana che ha molto viaggiato
per venire in Italia e sono stato 15 giorni per mare. Sono arrivato con la
barca. Sulla barca c’erano tante persone, bambini, ragazze e ragazzi. C’erano
anche donne incinte e uomini vecchi. Ho mangiato un pezzo di pane al giorno e mezzo
bicchiere d’acqua. Sono andato in una comunità per stranieri e dopo due giorni
sono scappato e ha finito col mettersi nei guai. Quando ho lasciato il mio paese il mio pensiero era che volevo fare una
vita nuova ma non ho trovato una vita facile.
Sono frammenti di storie narrate nei compiti d’esame, che
registrano il piccolo, grande passo d’aver iniziato a conquistare le parole per dirsi.
Sono frammenti dell’attuale
Storia del nostro paese (e non solo).
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