Verso la fine di Persuasione la conversazione tra il capitano Harville e Anna dà al
capitano Wentworth la spinta a scriverle in fretta, riproponendole il suo amore:
«Non posso ascoltare più a lungo in silenzio. Devo parlarti servendomi dei
mezzi che ho sotto mano. Le tue parole mi penetrano nel profondo dell’animo. Non
dirmi che per me è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti sono svaniti per
sempre. Di nuovo mi offro a te con un cuore che è ancora più tuo di quando
quasi lo spezzasti, otto anni e mezzo fa. Non osar dire che l’uomo dimentica
più presto della donna, che il suo amore ha una morte più precoce. Io non ho
amato altri che te. Posso essere stato ingiusto, sono stato debole e pieno di
risentimento, ma mai incostante.»
Harville s’era appena lamentato per il
troppo rapido trasferimento dei sentimenti di Benwick da Fanny a Louisa ed
aveva contrapposto all’affermazione di Anna secondo cui un tale atteggiamento «non
sarebbe nella natura di nessuna donna veramente innamorata» quella sulla natura
più costante degli uomini nei
confronti di chi si ama o si è amato. «Meriterei il più assoluto disprezzo se
osassi supporre che solo la donna conosce l’amore vero, la vera costanza. –
aveva replicato Anna – No, sono convinta che nella vita coniugale voi uomini
siete capaci di tutto ciò che è grande e buono. Sono convinta che abbiate la
forza di affrontare ogni prova importante e ogni sacrificio domestico finché…
se posso usare quest’espressione, finché avete un obiettivo. In altre parole,
finché la donna che amate vive, e vive per voi. Tutto il privilegio che
rivendico per il mio sesso (non si tratta di un privilegio molto invidiabile,
non occorre che lo agognate) è quello di amare più a lungo, quando l’esistenza
è giunta al fine o quando la speranza è svanita per sempre.»
È una scena, che sembra persa in un tempo
infinitamente lontano, del tutto astratta rispetto all’attuale realtà di
rapporti fluidi, di relazioni liquide. Ma è quella che mi torna prepotente in
mente (mi sorprende) una sera in compagnia di coppie variamente ricostruite
rispetto a quelle che conoscevo qualche tempo fa.
Più che tornarmi in mente, mi colpisce la vivezza, inattesa, in con cui ricordo questa scena (forse la sua più romantica) della mia amata
Austen.
(la mente di-mentica, il cuore ri-corda)
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