Lunedì 14 marzo, alle 16.30, presso il Centro Europeo di Studi, ci sarà la prima Presentazione – Reading dell’ultimo volume, il settimo, nato all’interno del Laboratorio di Scrittura dell’Istituto Penale Minorile napoletano.
Le
parole felici – Esercizi di immaginazione a Nisida è pubblicato
dalle edizioni Guida, grazie anche al contributo delle vendite del precedente
volume (Fuori – Racconti per ragazzi che
escono da Nisida) e al ricavato del Premio
Siani ottenuto dall’ancora precedente volume (Parole come Pane. La Sintassi di Nisida) entrambi editi da Caracò.
La prefazione è di Conchita Sannino e il
disegno di copertina di Rosaria Battiloro.
Il metodo utilizzato è lo stesso dei sei
precedenti volumi di racconti nisidiani. Dieci
autori napoletani – Viola Ardone, Riccardo Brun, Daniela de Crescenzo, Maurizio
de Giovanni, Mario Gelardi, Antonella Ossorio, Valeria Parrella, Carmen
Pellegrino, Patrizia Rinaldi, Massimiliano Virgilio – del tutto gratuitamente, hanno
lavorato, in classe, con i ragazzi e le ragazze di Nisida rielaborandone gli
scritti in altrettanti racconti.
A differenza degli altri volumi, questa volta,
pur seguendo il filo dei generi
letterari, il tema non è stato prefissato, in maniera che il lavoro sulla
fantasia potesse svolgersi quanto più liberamente possibile.
Alla scommessa di sempre – proporre ai
ragazzi uno spazio in cui trovare il gusto e il senso del
raccontare-raccontarsi – se n’è aggiunta un’altra quanto mai difficile:
invitarli a percorre un mondo, quello della fantasia, che gli è (generalmente)
ben poco familiare.
Come ogni libro una volta stampato, anche questo,
dal 14 marzo, apparterrà principalmente
ai suoi lettori. Che, naturalmente, ci auguriamo numerosi. Di sicuro, non
mancheranno gli stessi ragazzi e ragazze di Nisida che continueranno ad appropriarsi
delle fantasie loro e dei loro compagni grazie soprattutto alla costante
rilettura dei testi proposta nell’ambito delle attività del Laboratorio teatrale guidato da Veria
Ponticiello.
Come curatrice del laboratorio di scrittura
e del libro, a me rimarrà in custodia, come per ognuno di questi volumi, un prezioso
patrimonio di parole e di silenzi. Questa volta il massimo di parole, davvero
un fiume in piena, l’abbiamo vissuto durante un incontro con Mario Gelardi,
quando, volendo costruire un racconto d’amore, le ragazze hanno iniziato a
raccontare le loro esperienze con accenti particolarmente appassionati e
sinceri. Il silenzio più denso, colmo di attenzione e stupore, è stato quello
che per alcuni minuti ha riempito l’aula Dinacci, isolandola dal resto del
mondo, durante un incontro con Valeria Parrella. Come esempio di lettere che
mettano al centro più l’interlocutore che il mittente, l’autrice aveva iniziato
a leggere – tra l’insofferente rumoreggiare dei ragazzi – qualche brano tratto
dalle lettere dal carcere di Gramsci (sconosciuto ai ragazzi, ma da loro subito
sbeffeggiato, come spesso capita, a
prescindere). Al secondo rigo nove su dieci si sono azzittiti, dal terzo in
poi, c’erano solo occhi stupefatti, concentrati alla voce che leggeva e, nello
stesso, attraversati da emozioni profonde, in qualche modo familiari eppure solo in quegli istanti riconosciute.
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