«È
bellissimo il Natale.
Bello e intenso.
Bello perché smuove il bambino che è in
noi.
Perché fa riaffiorare i ricordi
d’infanzia.
(…)
È bellissimo il Natale: è la festa dei
bambini e dei loro sogni, della loro innocenza, prima che essa venga travolta
dagli affanni della vita e dalla consapevolezza del dolore.
È la festa del bambino che è ancora in
noi, che osa sognare, che si lascia coinvolgere ed entusiasmare dalla famiglia
radunata attorno al fuoco del caminetto o intorno al tavolo apparecchiato con
la tovaglia delle feste e le candele colorate.
È bello anche se, una volta diventati
adulti, le sofferenze della vita ci amareggiano e ci rendono più duri e
disillusi, disincantati e, Dio non voglia, cinici. Ma, nonostante il fermo
proposito di non lasciarci coinvolgere dal clima natalizio, può succedere che
la nostra scorza si incrini appena un’immagine, un odore, un suono ci
raggiungono e ci sprofondano nell’infanzia vissuta.
O desiderata.
Come se una chiave aprisse una porta
spalancata su un mondo meraviglioso di felicità intensa e inattesa. Perciò è
così bello il Natale.
Ogni Natale. Nonostante tutto.
Presepe sul Corso di Reggio Calabria, davanti al teatro Cilea |
È terribile il Natale.
Orrendo e straziante.
Perché il clima di famiglia e di
armonia, di forti emozioni e di sentimenti positivi che richiama, per molte
persone, è insopportabile.
Insostenibile.
Una tragica illusione, una chimera.
Un autentico strazio.
Sanguinante.
Per quanti passano il Natale da soli in
casa, senza festeggiare, o invitati all’ultimo momento da un lontano parente,
per quanti non ricevono regali. Per chi ha sperimentato il lutto o la
sofferenza. Per chi ha accanto una persona che non ama più, per chi aveva
accanto a sé una persona che amava e che ora se n’è andata.
È un abisso il Natale, con tutte le
immagini patinate che ci giungono dalla televisione e che sembrano dire una
cosa sola: oggi tutti sono felici e
spensierati, tranne te.
E, allora, speri solo che passi, che
arrivi l’Epifania.
(…)
Mi spaventa tanto dolore. Ogni anno più
diffuso, ogni anno più evidente.
Il dolore che nasce dal sentirsi
estromessi dalla festa del Natale.
Perdenti. Abbandonati. Soli.
E mi interrogo, come credente, come
discepolo, come innamorato di Dio.»
Presepe nella parrocchia di Pellaro |
In un pomeriggio tra Natale e
Capodanno, lettura collettiva di La
leggerezza di Dio. Pensieri sul Natale di Paolo Curtaz in una piccola
chiesa di una piccola frazione del quartiere più a sud di Reggio Calabria. Lo
sforzo di pensare se stessi, di capire chi si è e dove si vuole andare. Anche
questa è una piccola luce di questo Natale.
Presepe all'esterno di una casa di Pellaro |
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