Premessa n.1: Mi affaccio più volte al giorno su fb, provando a
perdere il meno tempo possibile con le tante cose per me inutili e soffermandomi, invece, su osservazioni intelligenti, notizie di amici o link cui,
altrimenti, non avrei prestato attenzione. Provo a usarlo in maniera veloce, ma
non superficiale.
Premessa n. 2: Tra i blog che
seguo con più costanza ci sono Frammenti del
tredicesimo mese di Elena Petrassi e Il
mestiere di scrivere di Luisa Carrada.
Il fatto: qualche giorno fa, su twitter,
trovo un rimando all’ultimo post del blog della Carrada – http://blog.mestierediscrivere.com/2015/06/23/il-mio-angolino-nello-zingarelli-2016/
– che contiene la sua deliziosa
definizione del termine blog. Ho fretta e lo posto sulla mia pagina fb, senza
nessun commento. Quando riaccendo il computer, ci trovo alcuni mi piace, e non trovo certo strano che
ci sia chi apprezza una così bella definizione della parola blog. Ma, poi,
appaiono alcuni complimenti. E
realizzo che, molto probabilmente, il link non è stato aperto e che chi ha
espresso compiacimento ha pensato che il titolo del link Il mio angolino nello Zingaretti 2016 si riferisse a me. A quel
punto commento: Complimenti a Luisa
Carrada ecc.ecc. Ma la cosa non viene recepita e arrivano altri Complimenti, Maria.
Considerazioni: Sarebbe magari
più corretto, ma non voglio parlare di superficialità
dell’uso di uno strumento; mi limito al criterio della fretta. La mia fretta
iniziale, insieme alla fretta di altri (che non si sono dati il tempo di aprire
il link, ma volevano essere gentili con me) ha fatto passare un’informazione
sbagliata. A pochi, per fortuna, in questo caso. Un piccolo esempio di come,
talvolta, internet trasforma il vero in falso e viceversa.
Giuste le tue osservazioni, Maria. La fretta è un dilagante stile di vita. Anche l'abbaglio che ne consegue, sta diventando uno stile di vita. E non è un progresso di cui compiacersi.
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