Oggi, è stato il giorno della
ceralacca – rito abbastanza fuori tempo di fine anno scolastico, con la carta
da pacchi che si chiude con lo spago sui compiti e il verbale d’esami, sigillata
dal timbro passato sul (troppo) poco che si riesce a sciogliere con l’accendino
(“Sarebbe molto meglio una candela…”) di una stecca di rosso inconfondibile.
Anzi, oggi, è stato il giorno dell’ultima
ceralacca per Adele, una collega con cui ho condiviso, prima indirettamente,
poi giorno dopo giorno, 32 anni di insegnamento a Nisida.
Lei va in pensione, io resto.
È di quelle giornate in cui le parole dette non sono che
schiuma di onde leggere rispetto al mare che hai dentro.
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