Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo
per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli
abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
(Qo, 3, 1-8)
Art.11
L'Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 52
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Mai, dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia
è stata così vicina – fisicamente vicina – a ciò che dice l’articolo 52 della
Costituzione: l’unico che utilizzi il termine “sacro”, tra l’altro accoppiato
al maiuscolo di “Patria”.
C’è sgomento anche nel semplice doverne prendere
atto. Eppure.
(Ci sono bandiere che mai dovranno sventolare né
a San Pietro né in nessuna altra nostra città).
Nessun commento:
Posta un commento