Con Mario Draghi. Per l'Ucraina. E per l'Europa.
Con Mario
Draghi e Sergio Mattarella.
Con Ursula von der Leyen e Roberta Metsola.
Con Volodomir Zelensky.
Con l’Ucraina.
Perché Davide batta Golia, Ettore salvi la sua
patria e se stesso e la legge del più forte non prevalga più.
Perché l’Unione Europea si rafforzi: nel nostro Occidente ci stanno tanti aspetti poco o nulla positivi, ma c’è anche un nocciolo duro - il valore della persona e della libertà - fondamentale per un futuro buono del
mondo.
Perché il grano germogli e ci sia pane: sul e nel pane si
fonda la civiltà del Mediterraneo e, senza pane, la nostra civiltà morirebbe. E
il pane è cibo del corpo e dello spirito, si spezza e si condivide rendendoci compagni (cum-panis) della stessa umana
avventura.
Da quando ho memoria, ho vissuto molti eventi che ho
interpretato fin dall’inizio come importanti,
duraturi, qualcuno storico in
maniera viscerale: ovvero, accanto al tentativo di inquadrarli razionalmente li ho sofferti dall’interno, coinvolgendo emozioni profonde.
Mai come nel caso della guerra che la Russia ha
portato in Ucraina. Come ha scritto su twitter Massimo Faggioli: “La guerra in Ucraina per me ha segnato un discrimine morale,
non solo nei rapporti personali ma anche, come credente e cattolico, nel mio ‘sentire
cum Ecclesia.”
Il discorso di Mario Draghi, oggi, al Senato:
Rimando anche a questo articolo pubblicato da l'Inkiesta:
Foto dal Web
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