Fuori - Racconti
per ragazzi che escono da Nisida non ha un’introduzione. Una sola persona
mi sembrava giusta per un testo
dedicato al dopo-carcere e la cui preparazione si era intersecata con il
ricordo di Eduardo nel trentennale della morte. Ricordo culminato il 30 ottobre
2014 in una memorabile giornata in cui, prima a Roma, nell’aula del Senato, e
poi al Ceus, i ragazzi di Nisida avevano recitato, in suo onore, brani de La grammatica collegandoli all’impegno
civile che il grande autore-attore-regista-senatore a vita aveva profuso anche
per noi.
Luca mi aveva dato la sua disponibilità di
massima, ma poi, in tournée in giro per l’Italia, mi aveva detto che, per
Nisida, avrebbe voluto poter dedicare un tempo e un’attenzione che, al momento,
non poteva avere: “Ci sarà un’altra occasione, no?”.
Non era una frase di circostanza, di
quelle che indicano che la questione è chiusa ed io risposi che sì, ci sarebbe
stato un altro lavoro in cui il suo nome sarebbe stato il più giusto da legare
a Nisida.
Mi pesa molto, stasera, che quella possibilità
non ci possa essere più.
Luca era entrato nella mia vita insieme ad
Eduardo quando, nei primi anni sessanta, la Rai trasmise un bel po’ di commedie
indimenticabili, a cominciare da quel Natale
a casa Cupiello che, poi, anno dopo anno, avrei fatto vedere, a Nisida, a
centinaia di ragazzi.
Poi l’ho visto tante volte a teatro e
tante volte l’ho incontrato a Nisida, dove ha recitato, incontrato i ragazzi,
partecipato al Laboratorio di Politica.
Non deve essere stato facile portare quel
cognome.
Luca l’ha fatto con dignità e dedizione: è stato Luca ed è stato, in
questi trenta anni, la continuazione della presenza anche fisica di Eduardo.
Grazie.
(Rivedo stasera Natale in casa Cupiello e mai come ora mi sembra attuale il ti piace ‘o presepe? Ma, questo, è un altro discorso)
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