giovedì 26 novembre 2015

Affrontare l'apocalisse








L’ultima settimana dell’anno liturgico – quella in corso – è percorsa da un’attesa apocalittica, che accompagna vivide immagini di violenza, dolore e morte con un invito apparentemente contraddittorio: perché la fine – annunciata – della storia umana («prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine») si ribalta in un nuovo inizio di umanità liberata in Dio.

Dice il Vangelo di oggi, annunciando segni nel cielo e paura e angoscia sulla terra: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
 
Non so quanti riescono a vedere primizie di liberazione nell’attuale accumularsi di segni inquietanti per l’umanità tutta, ma felice chi – consapevole del possibile buio prossimo venturo – non si fa sopraffare dall’attesa del disastro planetario e continua a costruire anche piccoli frammenti di umanità, di verità, di bellezza: di vita.

1 commento:

  1. Nervi saldi occorrono, Maria, e una grande fede non nell'umanità ma in sé, nella propria capacità di continuare a costruire nonostante tutto.

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