mercoledì 4 marzo 2020

La lezione che ci resterà. Si spera





Aiuta ‘o iutatu, cu povuru è ‘mparato. 

Ovvero: Aiuta il ricco, quello che già è ben aiutato, tanto il povero è ben abituato a sopportare. 
Così pregava una vecchietta del mio paese, una che – mia madre la ricorda bene – viveva d’aria e di rosari.

In un mondo, povero, che scoppia di problemi drammatici, l’Europa, ricca, non è all’altezza del meglio della propria storia. E noi non abbiamo più tempo e voglia neppure di guardare le immagini di Lesbo né di altri, gravissimi, drammi.

Ne abbiamo uno, nostro. Che affrontiamo annaspando.

Che Dio ci aiuti, insomma.

E, quando sarà finita, speriamo - ma non ne sono certa - che avremo imparato almeno una lezione: che il Paese è uno, che, se si sta male in Lombardia si sta male in Calabria e VICEVERSA. 
Che uno deve essere il sistema sanitario, una la scuola ecc.ecc. Che il regionalismo, così come l'abbiamo vissuto e come, peggio, lo si vorrebbe, è fallito.

Oltre, naturalmente, alla lezione più importante: che il mondo è uno e il nostro è un destino comune.

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