venerdì 14 luglio 2023

Gioia e Dolore

 


Arrivata ai tempi supplementari della vita,

la vecchia signora s’è ritrovata in dono

una gioia che i dolori li mastica come l’ombra

che nasconde ma non annulla il sole.

 

Per una vita ogni sua felicità è stata compressa,

e più spesso sopraffatta dal dolore. Ora

si sente l’anima sorridere: ed è un gorgoglio, pensa,

che resisterà anche quando a vincere sarà il dolore.

 

Ma no, il sorriso non resisterà: solo il ricordo 

di una gioia grande. Ed è già infinito

averla provata.

 

mercoledì 12 luglio 2023

Microstorie: Il groviglio

 


La mattina era fresca, il cielo azzurro, il venticello leggero. Elisa scendeva lentamente da una viuzza che dalla campagna arrivava a mare, si sentiva serena. Si innervosì appena vide Luisa. Veniva, Luisa, da una viuzza con cui la strada che Elisa stava percorrendo faceva bivio e spingeva una carrozzina beige. Nella posizione in cui erano – Elisa non poteva che continuare a scendere e Luisa a salire – erano costrette a incontrarsi. Scambiarono poche parole, Luisa si sarebbe fermata ancora, ma Elisa chiuse la conversazione con una scusa:

-          Ho perso tempo passeggiando, mi dispiace, ho un appuntamento, sono in ritardo.

La casa di Paola era a due passi e imboccò, rapida, il vialetto.

-          Come mai a quest’ora? – Paola si asciugò le mani sul grembiule – Vieni in cucina, sto preparando due melanzane ripiene.

Chiedo asilo politico. Ho incontrato Luisa proprio davanti casa tua.

Paola rise:

-          La parentela, la parentela.

Paola sapeva molto, se non tutto, delle vicende familiari di Elisa, dei rapporti altalenanti, tra rotture e riavvicinamenti, tra il padre di Elisa e suoi due fratelli e due sorelle, ravvicinamenti faticosi dopo rotture per motivi da nulla. Le cognate svolgevano, a turno, compiti da incendiari e da pompieri, di solito più da incendiari. Con zio Piero, fomentato dalla moglie, i genitori di Elisa non si parlavano da più di cinque anni: zio Piero era rimasto offeso dal fatto che il cognato, incontrato sulla strada principale del paese, non l’avesse salutato, e non aveva accettato la scusa più ovvia e più veritiera. Il padre di Elisa non l’aveva visto: erano già iniziati i prodromi del glaucoma che l’avrebbe portato alla quasi cecità. Anche con madre di Luisa si erano create delle crepe. Involontaria responsabile Elisa. Quando s’era informalmente fidanzata, la madre non aveva per tempo avvertito la cognata, che se l’era legata al dito. Elisa aveva dovuto compiere un gesto di sottomissione presentando Giorgio a lei, prima che ogni altro membro della famiglia, per ripristinare un rapporto accettabile.

-          Con tutta la fatica che m’è costata rimetterli insieme, passano gli anni e Luisa che fa? Sposa la figlia e non manda una partecipazione. Non ti parlo di invito, con tanto di cartoncino pregiato. Bastava un wathsapp e, naturalmente, non ce la saremmo cavata con un telegramma, un regalo gliel’avremmo fatto e tutti felici e contenti.

Paola annuisce. Non mancano neppure nella sua famiglia liti e rotture per episodi che non dovrebbero significare nulla, ma diventano piccole spine conficcate nel senso di sé, una insopportabile mancanza di rispetto per quel bisogno di riconoscimento da parte degli altri che sembra, talvolta, così importante

Parlano ancora di parenti, poi la conversazione tra Elisa e Paola scivola su temi più leggeri. Il volto di Elisa si distende. Ma, nell’intimo continua a rimuginare. Quello che davvero la infastidisce non è lo sgarbo della cugina – si frequentano ormai così poco che non riconoscerebbe la biscugina. È la sua insofferenza a quello sgarbo, il riconoscere di non essere diversa dai suoi parenti, anche lei nel groviglio di quello che mi è dovuto. Ma ancora di più è la stretta allo stomaco che le ha dato quella carrozzina. Lei, di eredi, non ne ha.

 

sabato 8 luglio 2023

Sullo Strega


 

Fino a un po’ di anni fa, l’unico mio rapporto con lo Strega consisteva nella scelta di non leggere il libro risultato vincitore. Pensando al premio come a un evento mondano con il risultato deciso dai rapporti di forza e di convenienza tra case editrici mi sembrava la scelta più saggia.

Poi lo Strega è entrato nella mia vita sotto forma di Strega Giovani nella cui giuria è stata inserita Nisida. Cosa che ha significato leggermi in pochissime notte 11 libri – dalla dozzina ne escludevano uno considerato inadatto a minorenni – preparare delle schede, scegliere dei passi e presentare il tutto ai ragazzi per consentire loro di esprimere un voto, decidendo quei tre-quattro che intendevano leggere, da soli o a gruppetti (al computer; i testi venivano inviati online). Sebbene i libri proposti, nella loro maggioranza, esulassero dagli interessi dei miei allievi, l’esperienza è stata bella e positiva, soprattutto per le ragazze (a quel tempo c’era un gruppetto di ragazze che avevano familiarità con i libri e amavano la narrativa), ma anche per i ragazzi. Abbiamo passato su quei libri un tempo pieno di considerazioni, domande, riflessioni: un tempo vivace.

Ho continuato a seguire con interesse lo Strega anche dopo la pensione. Non che abbia mai dubitato che le scelte finali dipendessero da giochi editoriali (N.B.: la scelta della giuria di Nisida è sempre avvenuta in maniera autonoma e senza interferenze), ma mi è apparso di molto interesse che il premio, oltre a portare attenzione sui libri (con ricaduta economica sulla cinquina e, soprattutto, su vincitore), fosse un termometro attendibile delle linee di tendenza della nostra narrativa.

Lo Strega di quest’anno ero convinta, come pressoché tutti, che l’avrebbe vinto Rosella Postorino fino al giorno in cui è morta Ada D’Adamo, quando non ho avuto alcun dubbio che avrebbe vinto Come d’aria, con una scelta che, a me non piace e che mi sembra foriera di un ulteriore indebolimento della nostra narrativa, che vive soprattutto di noir e memoir.

Si può discutere sul valore di Mi limitavo ad amare te, ma è certo che il libro della Postorino è un romanzo. Si può amare il libro della D’Adamo, ma è certo che romanzo non è. Lasciare in cinquina e far vincere Ferrovie del Messico sarebbe stata una scelta troppo originale per lo Strega, ma la vittoria di Come d’aria – testo ben scritto e da una persona ammirevole – inonderà le librerie di testimonianze di dolori individuali – naturalmente molto rispettabili e, magari, emapaticamente coinvolgenti ma non necessariamente letterari – con una narrativa sempre più ombelicale, incapace di storie generali con collegamenti tra le vicende dei personaggi e la Storia nonché incapace di inventare mondi fantastici: storie in cui immergersi come in mari sempre nuovi.