mercoledì 30 gennaio 2019

Gli odori della cena



Rientro a casa, dopo la spesa al supermercato, che non sono ancora le cinque del pomeriggio. Fa freddo, è umido, piove, tutto sembra impregnato di grigio: triste e stancante. Per le scale del palazzo è tutto un susseguirsi di odori: brodi, zuppe, minestroni: la cena è già in lenta lavorazione sul fuoco.

Mi commuove che tanti (quasi tutte donne, immagino: e non saranno tutte famiglie felici e chissà quanti problemi ogni appartamento contiene) siano uniti nel contrapporre all’inverno, in un giorno qualsiasi di gennaio, un cibo caldo che faccia, della loro casa, un focolare: un conforto che va al di là delle necessità alimentari.

E mi addolora pensare a chi non può farlo. Che sia, per esempio, in ospedale. O su un mare, che conosce ormai troppe lacrime.

martedì 29 gennaio 2019

Frammenti d'un anno scolastico: Chi dà da mangiare a Dio






Leggiamo il racconto di Liliana Segre sulla sua espulsione da scuola a causa delle leggi razziali. La nostra lunga settimana della memoria – iniziata con la visione di alcuni documentari e conclusa con il diario di Anna Frank – si allarga ad una discussione sulle religioni.

Ci sono, in classe, alcuni ragazzi musulmani, qualcuno dei quali conosce gli ebrei perché, fin da piccolo, ha sentito delle guerre tra il suo paese, l’Egitto e Israele.

Proviamo a ricostruire i principi fondamentali delle tre religioni del Libro e s’infittiscono i commenti su come i comportamenti di quanti si dichiarano fedeli dell' uno o dell’altro credo ne siano spesso ben poco rispondenti (in particolare, si riconoscono tutti serenamente peccatori nel campo della morale sessuale prematrimoniale).

Un ragazzo, italiano – “Sono battezzato, ho fatto la comunione e anche l’altra cosa, come si chiama? La cresima? Si la cresima” – resta a lungo silenzioso, poi sbotta: “Io ci credo e non ci credo… perché: se c’è Dio prima di lui chi c’era? Chi l’ha fatto nascere? Chi gli ha dato da mangiare?”

Continua a fare (farsi) domande, come se non potesse più trattenerle, poi fa un gesto per dire (dirsi) basta: “La testa mi s’ingrippa quando ci penso.”

Anche a molti teologi e filosofi, in realtà.





martedì 22 gennaio 2019

Il quaderno di G.





Essere ancora svegli alle 4.20 del mattino per prepararsi al compito in classe.
Nel frattempo mangiando cioccolata per addolcire i conti che non tornano ahaha

Quest’immagine e questa didascalia sono state postate qualche giorno fa, su fb, da un ragazzo che al lavoro accompagna lo studio.

Mi chiedo se tutta la compagnia di giro, dai politici agli uomini di spettacolo, che fa costante campagna anticulturale (tra poco, essere laureati sarà un demerito; avere più di una laurea un reato; leggere una decina di libri l’anno meriterà il linciaggio; se un nostro fisico o chimico dovesse vincere un Nobel dovrebbe attorniarsi da un collegio difensivo ecc. ecc.) si rende conto di quanto sia indegna di tutti quelli che, magari con grandi difficoltà e nonostante tutto, ci provano a imparare sempre di più.