Ho sempre amato romanzi e film di
carattere storico e sono sempre rifuggita da quelli di fantascienza. Per amore
della storia, certo. E, anche, per una forma di autotutela: i draghi del
passato, quelli reali, mi sono sembrati sempre più gestibili di quelli, fantasticati,
del futuro. Ora mi trovo, come tutti, ad affrontare uno scenario che, della
fantascienza, ha già bruciato (e non è per niente finita), intere biblioteche e
filmografie: sciocchezze e pinzillacchere rispetto alla nuda cronaca.
Nell’hinc et hunc d’una apocalisse in fieri, tocca intessere la storia
futura. O il futuro della storia. Cominciando ad affrontare, del presente, non
solo la drammatica crisi sanitaria, ma quella economica che rischia di far
morire di fame non pochi nel nostro paese (magari, quanti e più di quelli
uccisi dal virus?), travolgendoci in una crisi sociale davvero epocale.
La prima pagina del Mattino si riferisce al terremoto dell'80. Il titolo, rivolto governanti: locali, nazionali, europei, vale per oggi.
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