lunedì 25 settembre 2023

Parafrasando Borges

 


Ho sul tavolo, meglio al computer – leggo quasi solo in ebook, ormai – il nuovo libro di Viola Ardone. Preceduto da un lancio editoriale di tutto rispetto e accolto da lettori entusiasti dei due precedenti, Grande Meraviglia avrà sicuramente un grande successo. La candidatura allo Strega dovrebbe arrivare e il relativo percorso non fermarsi certo alla prima fase.

Inizio a leggere, ritrovo una voce che ben conosco e mi distraggo seguendo i miei pensieri. Che mi portano al mio primo incontro con Viola che non era ancora la Ardone. Così come, quando l’ho conosciuta, Patrizia non era ancora la Rinaldi (in questi stessi giorni la Rai ha annunciato la messa in onda a breve della seconda stagione di Blanca), e lo stesso vale per Gianni Solla, per Nadia Terranova ecc. Neppure Maurizio, sebbene più conosciuto di altri, era, quando l’ho incontrato la prima volta, il De Giovanni nazionale.


Vado a cercare, nel computer, altri file. Questo, per esempio:

Il 18 settembre 2009 mi chiamarono a scuola alle nove di mattina per andare a scuola, ero allegro mi piaceva andare a scuola perché fuori non ci ero mai andato. La professoressa Maria compose un gruppo per fare il fotoromanzo naturalmente io non ero stato inserito perché ero molto irrequieto quando stavo in classe soprattutto con la professoressa Maria; riuscii a convincere la prof. ad inserirmi in quel gruppo però promettendo alla prof che sarei stato “buono”.

Giovedì 8 ottobre facemmo il primo incontro con gli scrittori, vennero Maurizio De Giovanni, Tjuna Notarbartolo e Patrizia Rinaldi, fu una cosa interessantissima. Maurizio De Giovanni ci lesse Juve-Napoli eravamo in molti, anche quelli che non c’entravano nulla con il fotoromanzo e poi c’erano quelli che avevano fatto il fotoromanzo l’anno prima. Il giorno dopo si formò il gruppo (…) eravamo 7 ragazzi e 6 ragazze, (Poi il numero salì a 20, con punte di 30, NdR) con i ragazzi andavo abbastanza d’accordo con tutti, le ragazze invece con noi ragazzi erano molto distaccate, io mi feci un pensiero, mi dissi tra me e me: non è che loro pensino che siccome sono slave per noi ci sia un problema ad instaurare un rapporto da compagni di classe? Invece poi piano piano giorno dopo giorno siamo riusciti a fare anche delle conversazioni e qualcuna di loro è anche riuscita a raccontarci la sua storia. Abbiamo avuto molti incontri con gli scrittori (…) Con questa esperienza sono riuscito a capire che stando in un gruppo fuori di qua sono riuscito a mettermi solo nei casini mentre invece qua con questo gruppo malgrado le simpatie e le antipatie sono riuscito a fare una cosa positiva perché questo fotoromanzo è stato proprio un bel lavoro e mi ha regalato tanta soddisfazione. In un’esperienza negativa sono riuscito a fare un lavoro positivo.

All’inizio dell’anno scolastico 2009-2010, intrecciandolo con il lavoro per il fotoromanzo Se cambia il finale, iniziai, con il ragazzi e le ragazze di Nisida, nell’ambito del più ampio Nisida come parco letterario, un Laboratorio di Scrittura che avrebbe portato negli anni alla pubblicazione di 12 volumi (11 di Racconti e 1 Romanzo).

Più volte mi è capitato di raccontare il progetto (metodo, finalità, sviluppo del percorso) e di rispondere alle domande se, quanto e come il lavoro di scrittura, quel particolare lavoro di scrittura, abbia avuto un buon effetto sui ragazzi/e.

Recentemente, in un pubblico dibattito, mi è stato chiesto se e quali effetti abbia avuto sugli scrittori*.

La risposta toccherebbe a ciascuno di loro. Magari, un giorno o l’altro, qualcuno penserà a fare un documentario su questo. (Qualche anno fa, in una bellissima serie di Podcast per il Sole 24 ore, Donata Marrazzo ha sfiorato anche questo tema). E, magari, qualche editore accetterà la proposta che avevo fatta, ma non è andata in porto, di fare dei volumetti dei racconti degli autori per Nisida (ce ne sono 11 della Rinaldi, 7 di De Giovanni, 7 della Ardone, 7 di Riccardo Brun, 6 di Antonio Menna e così via). Nel frattempo, alla domanda del mio cortese interlocutore, ho risposto parafrasando Borges: “Gli altri si vantino per le pagine che hanno scritte; io mi vanterò degli autori che hanno lavorato con me.

 


*Viola Ardone, Sara Bilotti, Riccardo Brun, Elio Capriati, Luigi Romolo Carrino, Emilia Bersabea Cirillo, Paolo Curtaz, Daniela De Crescenzo, Benedetta De Falco, Maurizio de Giovanni, Antonella del Giudice, Alessandro Gallo, Mario Gelardi, Andrej Longo, Giusi Marchetta, Antonio Menna, Tjuna Notarbartolo, Antonella Ossorio, Fabio Pagliarini, Valeria Parrella, Carmen Pellegrino, Anna Petrazzuolo, Angelo Petrella, Angela Procaccini, Luigi Pingitore, Patrizia Rinaldi, Gianni Solla, Nadia Terranova, Massimiliano Virgilio e Nando Vitali.


sabato 23 settembre 2023

Omaggio a Giorgio Napolitano

 


Dei tanti bei ricordi che ho di Giorgio Napolitano – uno dei uno dei tre Presidenti della Repubblica che, insegnando a Nisida, ho avuto modo di incontrare, ma anche un parlamentare che ho avuto il piacere di poter votare – oggi ne privilegio uno. Un incontro al Quirinale nel grande Salone dei Corazzieri, nel febbraio 2011. Tra giornalisti noti (c’erano, tra gli altri Gramellini, che tenne una prolusione, l’Annunziata, la Gruber) e persone che avevano a che fare con la “comunicazione sociale”, ero stata invitata anch’io. Quando l’incontro finì e il Presidente venne affiancato dai corazzieri per tornare nel suo studio, mi feci largo tra i capannelli di gente che parlottavano e provai a chiamarlo: Presidente, Presidente. Non si voltò e le guardie del corpo mi sospinsero indietro. Allora ci riprovai: Presidente, sono di Nisida. Napolitano si girò, si fermò, mi fece cenno che potevo parlare. In una manciata di secondi gli raccontai che stavamo facendo un lavoro su Nisida e l’Unità d’Italia, gli diedi in mano (con orrore della guardia del corpo) alcuni degli scritti che avevamo già prodotto, e lo pregai che, per la fine di quel lavoro venisse a trovare i ragazzi (c’era già venuto da Presidente della Camera e, da Presidente della Repubblica, ci aveva ospitato a Castel Porziano). Non ripose, rimase apparentemente impassibile,  eppure era lampante che quella connessione “Nisida e l’Unità d’Italia” l’aveva emozionato e che, a Nisida, sarebbe venuto presto.

 


martedì 19 settembre 2023

La gatta

 


Rivedo per strada una gatta che

temevo non fosse più tra i vivi.

 

Il marciapiede rotto mi diventa

un tappeto rosso e per un istante

mi sento dentro una benedizione.

 

Per molto tempo, ho intravisto

nell’arcobaleno una promessa

di bene.

 

Oggi, il mio sortilegio è lei.