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Il mare di Calabria d’inverno è solitario,
le spiagge percorse solo da qualche rado
passante che, nel vento e nel rumore delle
onde, cerca pace alle proprie inquietudini.
Vederlo spumeggiare di cadaveri, sentirlo
urlare della disperazione delle madri che non
hanno più in braccio i figli piccini è una ferita
senza riparo.
Come cambierà lo sguardo dei calabresi
che, senza colpa, raccolgono morti sulle loro spiagge?
E come cresceranno i bambini di Cutro
che si sono svegliati con negli occhi
un’apocalisse che nessuno dovrebbe vedere,
perché, semplicemente, non dovrebbe esistere?
Chissà perché mi torna in mente Pasolini,
il suo Alì dagli occhi azzurri che, guarda un po’,
proprio da Crotone con i suoi fratelli vestiti di stracci,
risalirà la penisola e attraverserà il mondo
distruggendone le brutture…
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