martedì 14 maggio 2019

Frammenti d'un anno scolastico: Il nostro voto per lo Strega Giovani






«Allo Zelda, Gero ci era arrivato con Nisida, la terza cuoca dell’hotel. La prima, Lisa, era stata assunta a ottant’anni ed era morta di vecchiaia; la seconda, Annette, era stata licenziata perché spiava nelle carte di Valentino, aveva un alito che sapeva di torba e metteva il cognac dappertutto. Nisida Bonvino era una giovane vedova di città. Era arrivata sull’isola dopo che il marito era morto e il figlio partito per mare, e faceva su e giù con la terraferma perché aveva un padre malato ed era l’unica capace di occuparsene, o almeno così le dicevano i suoi fratelli.
Gero allora lavorava un po’ come manovale al porto e un po’ come operaio nelle cave di rame che erano sulla punta orientale dell’isola. Aveva visto spesso Nisida salire e scendere dal traghetto, e le aveva lanciato occhiate intense che lei aveva ricambiato più per goffaggine che per interesse. Un giorno l’aveva avvicinata. C’era un gran vento sul molo, i pollini gialli svolazzavano dappertutto e Nisida, che era allergica, continuava a tirare su col naso. Gero si era offerto di portarle la valigia in cima alla salita, poi giù lungo il sentiero e poi su per le scale, fino in camera, dove la cuoca qualche ora dopo si sarebbe addormentata senza pensare a suo padre, a suo marito e nemmeno a suo figlio. All’alba, Nisida era scivolata via dal letto, si era vestita facendosi il segno della croce ed era scesa al molo a scegliere il pesce dai pescatori che a quel tempo passavano ogni giorno anche da lì. Nessuno di loro l’aveva mai vista arrivare così presto. “Piangi?” le aveva chiesto uno più giovane degli altri. “Sono i pollini” aveva risposto lei soffiando forte nel fazzoletto, anche se il vento era calato e i pollini non c’erano più. Alle prime luci del giorno Gero l’aveva sentita muoversi nella stanza, ma aveva fatto finta di niente per non essere costretto ad alzarsi insieme a lei.»

Eleonora Marangoni, foto dal web
 In Lux di Eleonora Marangoni c’è un personaggio minore, la terza cuoca di un hotel situato in un’isola imprecisata, una giovane vedova che si chiama Nisida, come qualche personaggio di Cervantes o di Dumas che ha firmato la descrizione di una ragazza bella come una celestiale apparizione: Nisida (…) era (…) il più bel fiore dell’isola da cui aveva preso il nome.

È stata la sorpresa più inattesa per la giuria di Nisida, una trentina tra ragazzi e ragazze, chiamati a scegliere tra i dodici libri candidati dello Strega giovani: un’esperienza, per noi, non semplice ma entusiasmante che abbiamo vissuto lo scorso anno e replicato in questi mesi.

Un particolare apprezzato soprattutto dalle ragazze e che ha fatto decisamente pendere il voto della giuria di Nisida a favore di questo romanzo d’esordio pieno di grazia e di segreta energia.

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