Provate
ad immaginare un’aula piuttosto grande, la pittura alle pareti non precisamente
perfetta, una lavagna multimediale, un poster che raffigura il ragazzo di cui
porta il nome, due armadietti di libri di leggi più vecchie che antiche e la
bandiera d’Italia. Un tavolo quasi ovale, piuttosto grande e tre tavolini tondi
più piccoli e un numero variabile di sedie, una diversa dall’altra. Tra
finestre: una da cui si vede San Martino, una curvata sui cortili interni e l’altra
che ci regala il Vesuvio e il mare: orienti mattutini di luce e di bellezza.
Metteteci
dentro un numero variabile di ragazzi e ragazze, tra dieci e venti, l’insegnante
che conduce il progetto, uno o più suoi colleghi e uno scrittore.
Ora,
lasciate sullo sfondo tutto il resto – ambiente e persone – e concentratevi
sull’Autore.
Ce
ne sono stati 9 quest’anno – come altre volte, il loro contributo è stato del
tutto volontario e gratuito – 5 donne e 4 uomini e di questi, 2 donne e 2
uomini, completamente nuovi a quest’esperienza, mentre altri/e al secondo,
terzo o addirittura quarto anno della nostra Scuola di Scrittura.
Non
è facile arrivare a Nisida, inserirsi nella trama di un lavoro che, in classe,
va avanti, per molte strade, con accelerazioni e frenate, insofferenze e attenzioni,
indifferenza e curiosità. Tema dell’anno: grammatica e narrazione, ovvero
regole e immaginazione: mattoncini di pensiero per costruire case, città, mondi
della mente.
Ogni
scrittore ci ha provato. Ciascuno a suo modo. Tutti con competenza e passione.
Debolezza
e forza, inutilità ed importanza, grandezza e limiti, luce e opacità, vuoto e pienezza delle parole nel crescere e nel cambiare. Di questo, in fondo, parlerà il libro prossimo venturo che
raccoglie questa esperienza.
Un'esperienza che fa crescere e cambiare anche noi che ci abbiamo provato. Grazie, Maria!
RispondiEliminaPer me è stato un privilegio essere parte di questa narrazione. Viola
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